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Bonus da 100 euro ai lavoratori a basso reddito e sgravi per assumere: cosa c’è nel pacchetto 1 maggio

Il governo ha varato ieri il pacchetto 1 maggio, che contiene il bonus da 100 euro una tantum, destinato a circa 1 milione di famiglie.
A cura di Annalisa Cangemi
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Bonus da 100 euro ai lavoratori a basso reddito, fino a 28mila euro, incentivi per assumere giovani e donne soprattutto al Sud, stretta sulla politica di coesione e 1,2 miliardi per rilanciare Bagnoli. Sono le misure principali contenute nel pacchetto lavoro approvato dal governo ieri in vista del 1 maggio.

La misura principale è l'indennità di 100 euro ai lavoratori dipendenti con reddito complessivo sotto i 28mila euro, destinato a famiglie monoreddito, con almeno un figlio a carico. Sarà "erogato attraverso i sostituti d'imposta nel 2025", perché nel 2024 il governo ha già utilizzato tutte le risorse per fare i primi 13 decreti legislativi attuativi della delega, ha spiegato ieri in conferenza stampa il viceministro dell'Economia Maurizio Leo, il quale ha anche spiegato che si tratta di una misura temporanea "perché l'obiettivo è la detassazione delle tredicesime, come dice la legge delega".

Come funziona il bonus da 100 euro per i lavoratori dipendenti

Il Bonus nella busta paga di gennaio riguarderà circa 1 milione di famiglie. Il bonus, a differenza di quanto il governo aveva ipotizzato in un primo momento non arriverà quindi con le tredicesime di dicembre 2024, ma solo a gennaio 2025, per un problema di coperture. Saranno esclusi gli incapienti. Sarà il datore di lavoro, come sostituto d'imposta, a erogare il bonus con la busta paga di gennaio. Si tratta di una misura una tantum: rimane quanto indicato dalla legge delega di riforma del fisco, con la detassazione delle tredicesime sui redditi medio bassi. Ma se ne parlerà non prima dell'anno prossimo, la priorità resta la conferma della riduzione dell'Irpef da 4 a 3 aliquote.

Gli sgravi per le assunzioni di donne e giovani

Mentre il primo obiettivo del 2025 resta il consolidamento delle tre aliquote Irpef, "per venire incontro al ceto medio" che è quello "in maggior sofferenza". Oltre al decreto legislativo sul fisco, il governo ha approvato il decreto Coesione, che contiene le misure per il lavoro. C'è il bonus giovani, che assicura sgravi contributivi al 100% per due anni (nel limite massimo di 500 euro mensili), per le imprese che assumono a tempo indeterminato giovani con età inferiore a 35 anni e, nelle regioni della Zona Economica Speciale unica del Mezzogiorno, anche agli over 35 disoccupati da almeno ventiquattro mesi.

Nel comunicato stampa del Consiglio dei ministri si legge poi che "Il decreto prevede inoltre un bonus donne in favore delle lavoratrici svantaggiate, con l'esonero dal 100% dei contributi previdenziali a carico dei datori di lavoro per un massimo di 24 mesi – nel limite massimo di 650 euro su base mensile – per ciascuna lavoratrice assunta a tempo indeterminato. Il bonus si applica alle donne di qualsiasi eta', con un trattamento di maggior favore per le donne residenti nel Mezzogiorno".

Inoltre è previsto il bonus ZES, che "sostiene lo sviluppo occupazionale nella ZES unica del Mezzogiorno attraverso uno sgravio contributivo del 100% per un periodo massimo di 24 mesi nel limite di 650 per ciascuno lavoratore assunto, per i datori di lavoro di aziende fino a 15 dipendenti".

E sempre con il decreto Coesione arriva l'attesa riforma dei fondi strutturali che punta a superare le storiche difficoltà che l'Italia ha nella spesa dei fondi Ue. "Per la programmazione 2021-2027 gli impegni e le spese sono quasi pari a zero quindi l'obiettivo è rimettere in moto risorse pari a 43 miliardi di risorse europee ai quali si aggiungono risorse nazionali di cofinanziamento per un importo complessivo di 75 miliardi", ha spiegato il ministro degli Affari europei, Sud, Politiche di coesione e Pnrr, Raffaele Fitto.

La riforma, ha sottolineato, "crea le condizioni perché i diversi fondi (coesione, Fsc e Pnrr, ndr) dialoghino e diventino complementari", perché "il rischio era che marciassero in contrasto gli uni con gli altri". Per evitare che i fondi si disperdano, si individuano gli interventi prioritari in una serie di settori strategici condivisi con la Commissione Ue: risorse idriche, infrastrutture per il rischio idrogeologico e la protezione dell'ambiente, rifiuti, trasporti e mobilità sostenibile, energia, sostegno allo sviluppo delle imprese. C'è anche una stretta sull'uso dei fondi: nasce un "meccanismo incentivante" che assegna più risorse del governo alle amministrazioni regionali che rispetteranno i tempi degli interventi. Per le regioni inadempienti, invece, si potrà fare ricorso a poteri sostitutivi, per assicurare il raggiungimento dei risultati, così come avviene per il Pnrr.

Le reazioni

"In Italia ci sono 4 milioni di persone part-time involontario, 3 milioni di contratti a termine, 7 milioni che non arrivano a 11mila euro lordi l'anno. L'84% dei contratti attivati l'anno scorso erano precari, stagionali, intermittenti. Una situazione così, che penalizza giovani e donne, non sta più in piedi. Il tasso di occupazione è tra i più bassi d'Europa. Non raccontiamoci storie", ha detto il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, in una intervista a Repubblica.

"Nessuna misura strutturale per contrastare la precarietà e la povertà – ha aggiunto -, per la salute e sicurezza, per aumentare i salari. Nulla su politiche fiscali e industriali o per favorire la piena e stabile occupazione. Gli sgravi per le assunzioni avulsi da serie politiche industriali, da soli non creano nuovi posti di lavoro, come già dimostrato".

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