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Boldrini a Fanpage: “Meloni da ‘madre cristiana’ lascia morire i bambini di Gaza e sceglie Netanyahu”

Nella Striscia di Gaza le operazioni militari di Israele proseguono, mentre l’invio degli aiuti umanitari è ripreso solo in modo marginale. Fanpage.it ha intervistato la deputata del Pd Laura Boldrini, che è andata in Israele e Palestina con una delegazione e ha incontrato le persone scappate dalla Striscia: “Ci hanno parlato del dolore di vedere i bambini deperire: si spengono giorno dopo giorno e diventano degli scheletri che non hanno la forza neanche di alzarsi”.
A cura di Luca Pons
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Laura Boldrini, Benedetta Scuderi, Cecilia Strada e gli altri partecipanti alla delegazione al valico di Rafah
Laura Boldrini, Benedetta Scuderi, Cecilia Strada e gli altri partecipanti alla delegazione al valico di Rafah

Laura Boldrini, ex presidente della Camera e deputata del Partito democratico, ha raccontato a Fanpage.it ciò che ha visto e sentito la delegazione di cui ha fatto parte, in viaggio in Israele e Palestina. A Gaza continuano i bombardamenti e le operazioni militari israeliane, mentre la Striscia è "sigillata" e né le persone né gli aiuti possono entrare o uscire, con pochissime eccezioni.

È una "delle più grandi delegazioni internazionali che si sia spinta attraverso il deserto del Sinai fino al confine con Gaza al valico di Rafah", ha spiegato Boldrini: sessanta persone, tra cui quindici parlamentari italiani e europarlamentari, docenti universitari, rappresentanti dell'Aoi che ha organizzato insieme all'Arci e Assopace Palestina, e infine giornalisti e giornaliste.

Con quale obiettivo?

Rompere il silenzio che c'è su una delle più devastanti crisi umanitarie del nostro tempo, e denunciare la complicità dei leader europei e delle istituzioni europee. Con la loro inerzia e il loro mutismo consentono a Benjamin Netanyahu e al suo governo di sterminare il popolo palestinese. Abbiamo esposto uno striscione con scritto "Stop complicity", insieme ai volti dei leader europei.

Quale situazione avete trovato nella regione?

Gaza è sigillata. Non si può uscire e nulla può entrare. Per settantacinque giorni neanche un pezzo di pane è potuto entrare, neanche un litro d'acqua, neanche un'aspirina. Una situazione che non ha precedenti nella storia moderna.

Pochi giorni fa Netanyahu ha annunciato una ripresa "limitata" degli aiuti. Cosa è cambiato?

È una misura totalmente inconsistente. Prima del del 7 ottobre a Gaza entravano circa 500 camion ogni giorno con gli aiuti umanitari. Averne mandati nove, ieri, è uno sfregio.

Quanti ne servirebbero oggi per provare a migliorare la situazione?

Con la gravissima situazione alimentare in corso oggi, i funzionari delle Nazioni Unite ci hanno detto che ci vorrebbero migliaia di convogli umanitari ogni giorno. Migliaia.

Lo stesso Netanyahu ha ammesso che ha preso questa decisione per motivi diplomatici, cioè per ‘tenere buoni' i Paesi alleati che protestavano contro le condizioni della popolazione a Gaza.

Sì, è solo una copertura, una presa in giro. Si prende gioco della comunità internazionale perché evidentemente questa è troppo debole, ha una voce fioca che non arriva. E lui sfrutta la situazione di totale impunità che gli stanno garantendo.

Lo striscione esposto per protesta al valico di Rafah
Lo striscione esposto per protesta al valico di Rafah

La vostra delegazione non è riuscita a entrare nella Striscia, vi hanno bloccato.

Non ci hanno fatto entrare nonostante noi avessimo chiesto i permessi, ma non fanno entrare neanche i giornalisti internazionali, né le le Ong, né delegazioni di altri Paesi. Non vogliono testimoni dei crimini terribili che stanno commettendo.

Voi però avete incontrato persone che venivano da Gaza. Cosa vi hanno raccontato?

Ci hanno parlato di operazioni chirurgiche e amputazioni senza anestesia. Delle loro giornate trascorse con i morsi della fame, alla perenne ricerca di cibo. Un uomo ha detto che era contento il giorno che era riuscito a trovare cibo per animali da dare ai propri figli. Ci rendiamo conto?

Ci hanno parlato del dolore di vedere i bambini deperire: si spengono giorno dopo giorno e diventano degli scheletri che non hanno la forza neanche di alzarsi da terra dove stanno sdraiati, perché non ci sono certo i letti. Delle esplosioni, dei bombardamenti nel cuore della notte. Della paura che paralizza, ma bisogna scappare via, fuggire senza poter prendere nulla, senza sapere dove andare. Perché a Gaza non ci sono luoghi sicuri.

Sono storie di un'immensa sofferenza che è dovuta alle scelte scellerate di un uomo, Benjamin Netanyahu, che continua a bombardare per uccidere civili, che decide di usare la fame come arma di guerra. Di fronte a questo abisso tutte e tutti noi dobbiamo reagire insieme compattamente.

Invece il governo Meloni non si è mosso come avrebbe dovuto?

Purtroppo finora non ha fatto nulla. Non ha nemmeno espresso cordoglio per i circa 17mila bambini le cui vite sono state stroncate. Se una "madre cristiana", come si definisce Giorgia Meloni, non prova un po' di pietas umana di fronte a questo, quando la proverà? Come fa a anteporre a questo la sua alleanza politica con una figura che si sta macchiando di questi orrendi crimini? Questa ha un solo nome: complicità.

Yair Golan, leader dei Democratici israeliani, in passato anche criticato da alcuni perché si è sempre espresso in modo troppo  moderato nonostante sia all'opposizione del governo Netanyahu, ha detto: "Israele è sulla strada che lo farà diventare uno Stato paria. Un Paese normale non combatte contro i civili, non uccide bambini per hobby, e non si dà l'obiettivo di espellere popolazioni". A confermare ancora una volta: chi tace è complice.

A proposito di prese di posizioni internazionali, ieri Regno Unito, Canada e Francia hanno condannato in una nota congiunta le operazioni militari di Israele e chiesto che si fermi. Netanyahu ha risposto che in questo modo stanno facendo un regalo ad Hamas. 

È una narrazione intollerabile e oscena, che va respinta. L'obiettivo di Netanyahu non è né la liberazione degli ostaggi, né sconfiggere Hamas. È sterminare il popolo palestinese, cacciarlo dalla Striscia e invadere tutto il territorio palestinese, annettere sia Gaza sia la Cisgiordania. Questo è l'obiettivo. L'hanno capito bene i parenti degli ostaggi.

Infatti le famiglie degli ostaggi israeliani hanno più volte criticato il governo. Gli avete parlato?

Sono stata lo scorso gennaio in Israele e in Cisgiordania, e ho incontrato anche il comitato delle famiglie degli ostaggi. Posso assicurarle che sono estremamente critici con la politica di Netanyahu a Gaza. Sono andata a visitare il kibbutz Nir Oz, uno di quelli colpiti da Hamas il 7 ottobre, e hanno sottolineato che non si può vivere in un conflitto permanente. E questo è esattamente quello che vuole Netanyahu, per salvare se stesso dalle inchieste giudiziarie, dai processi di fronte alla Corte penale internazionale e dal continuo calo di consenso interno.

Il Pd ha depositato una mozione congiunta con Movimento 5 stelle e Alleanza Verdi-Sinistra, su Israele e Gaza. Sperate che anche la maggioranza la accolga?

La nostra mozione riporta quelle misure indispensabili che avremmo dovuto prendere da tempo e che invece l’Italia, come il resto della comunità internazionale, ha ignorato. Domani la mozione sarà discussa e votata alla Camera e noi chiediamo che la presidente del Consiglio Meloni venga in Aula, che prenda parola e che la maggioranza la voti. Sono undici punti con misure per fermare Netanyahu. Voglio citarne solo alcuni: sospendere la vendita di armi a Israele e l’importazione di armamenti da Tel Aviv, approvare sanzioni nei confronti del governo israeliano, appoggiare la sospensione dell’accordo di Associazione Ue-Israele e riconoscere lo Stato di Palestina entro i confini del 1967. Tutta l'Aula deve sostenere questa mozione per non essere complice.

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