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Boldrini a Fanpage.it: “Contro discriminazioni di genere non bastano le leggi, problema è culturale”

“Le leggi non bastano. Il fenomeno è culturale: l’idea che della donna puoi farne ciò che vuoi è un retaggio culturale antico. Bisogna partire dalle scuole, educare bambini e bambine al rispetto reciproco, far capire che i pregiudizi creano le discriminazioni”: lo ha detto in un’intervista con Fanpage.it la deputata del Pd ed ex presidente della Camera, Laura Boldrini, parlando del suo nuovo libro “Questo non è normale”, che mette nero su bianco tutte le discriminazioni di genere che le donne continuano a subire.
A cura di Annalisa Girardi
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"Le leggi non bastano. L'idea che della donna puoi farne ciò che vuoi è un retaggio culturale antico. Non è normale che la diseguaglianza di genere non sia un priorità politica per il Paese": lo dice Laura Boldrini, deputata del Partito democratico ed ex presidente della Camera, in un'intervista con Fanpage.it parlando del sul ultimo libro "Questo non è normale", sulle diseguaglianze di genere che permangono nel nostro Paese e che continuano a condizionare la vita delle donne. "Ci sono tante cose che non sono normali. Ho messo tutto nero su bianco, ho fatto una lista: era inquietante", afferma spiegando perché ha voluto scrivere questo libro proprio ora.

Boldrini sul femminismo: "Riguarda anche gli uomini"

"Il femminismo è un movimento importante, che ha sradicato millenni di discriminazioni. È stata una delle più importanti rivoluzioni del Novecento, ma il percorso non è finito", prosegue Boldrini. Spiegando poi che essere femminista vuol dire lottare per "vivere in una società in cui uomini e donne hanno gli stessi diritti e gli stessi doveri, a differenza del maschilismo che vuole la supremazia dell'uomo sulla donna". Per questo, continua la deputata, "il femminismo è un movimento positivo e tutti dovremmo essere femministi, uomini e donne", in quanto sia nell'interesse di tutti "vivere in una società dove non ci sono discriminazioni".

Le diseguaglianze di genere sono un problema culturale

Tanti i temi di cui bisogna parlare quando si analizzano le diseguaglianze di genere in questo Paese. Dal gender pay gap, su cui il Parlamento ha appena approvato una legge per la parità salariale, agli ostacoli nell'accesso al mondo del lavoro, che il governo cerca di combattere con ingenti risorse nel Recovery Plan. Al di là delle misure, sottolinea Boldrini, il problema è però prima di tutto culturale. Ragion per cui è fondamentale iniziare dalle scuole: "Bisogna educare bambini e bambine al rispetto reciproco, far capire che i pregiudizi creano le discriminazioni. Insegnare il rispetto vuol dire anche fare in modo che bambini e bambine abbiano le stesse opportunità. Se oggi noi andiamo in un negozio di giocattoli vediamo che gli scaffali per le bambine sono pieni di pentoline, ferri da stiro… tutte cose domestiche. Quelli per i maschietti sono pieni di giochi stimolanti e creativi. Grandi orizzonti per i maschi, mentre per le femminucce solo quelli di casa. Già questa è una discriminazione".

"La destra italiana non è liberale e riformista, è un'ultra destra"

Il cambiamento culturale, però, è complicato se in Parlamento si fa fatica anche a vietare che vengano affisse pubblicità sessiste e discriminanti verso le donne. Questo, afferma Boldrini, perché "la nostra destra non è una destra liberale e riformista, ma un'ultra-destra con un'agenda oscurantista" per cui "abbiamo faticato anche a introdurre una norma nel decreto legge Infrastrutture che vietava manifesti molto offensivi per le donne". E ancora: "È la stessa destra che al Senato ha esultato per l'affossamento del ddl Zan, ha esultato per l'affossamento di una legge contro i crimini di odio che voleva dare la stessa dignità a tutte le persone, come previsto dall'articolo 3 della nostra Costituzione".

Infine, un'altra questione di cui si è parlato molto in tutta Europa negli ultimi mesi è quella dell'aborto: "Ancora vige questa ossessione per il controllo del corpo delle donne, per togliere alle donne l'autodeterminazione di decidere cosa fare del proprio corpo. Noi abbiamo un'ottima legge, la 194, ma in molte Regioni è un diritto sulla carta perché i medici sono tutti obiettori", sottolinea l'ex presidente della Camera.

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