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Bindi: “Le elezioni anticipate convengono solo a Renzi, non all’Italia. Questa è la fine del Pd”

L’onorevole dem Rosy Bindi critica fortemente sia il sistema tedesco proposto dal Pd in accordo con Forza Italia e Movimento 5 Stelle, sia l’ipotesi “elezioni anticipate” in autunno: “Tutto quello per cui noi democratici abbiamo combattuto sin dagli anni Novanta, viene smantellato: questa legge elettorale proporzionale è solo un patto di convenienze. Ed è la fine del Pd”, aggiungendo che questo sistema porterà inevitabilmente alla costituzione di un governo di larghe intese.
A cura di Charlotte Matteini
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È molto scettica l'onorevole Rosy Bindi: la legge elettorale proposta dall'asse Partito Democratico, Movimento 5 Stelle, Forza Italia e Lega Nord sembra scardinare in toto i valori per cui i dem hanno combattuto sin dagli anni '90. "Tutto quello per cui noi democratici abbiamo combattuto sin dagli anni Novanta, viene smantellato: questa legge elettorale proporzionale è solo un patto di convenienze. Ed è la fine del Pd", spiega la presidente della commissione Antimafia, aggiungendo: "Se il Pd sarà quello che rischia di diventare, non mi ci riconoscerei". Una vera e propria stilettata quella lanciata dalla storica onorevole dem al Partito Democratico dalle colonne del quotidiano Repubblica. "Mi provoca sofferenza vedere che dopo tutto quello che è successo – il No al referendum costituzionale, la bocciatura da parte della Consulta dell'Italicum che non avevo votato – si procede all'insegna dell'improvvisazione e del tatticismo. Non sono servite le lezioni venute dai cittadini, dalle istituzioni, dagli organismi internazionali ", prosegue Rosy Bindi.

Secondo la parlamentare, l'introduzione di questo sistema elettorale su base proporzionale non produrrà risultati esaltanti, ma anzi la direzione in cui sembra andare il Parlamento è quella di un'Aula piena di "nominati": "Difficilmente il futuro sarà migliore se questi restano i metodi e gli attori in campo. Non mi piace che si torni al proporzionale con un Parlamento in gran parte di nominati", spiega Bindi, aggiungendo che all'epoca della Prima Repubblica "il proporzionale regalò la decadenza ma anche anni di lavoro serio. Ora in questo sistema tripolare non ci possiamo permettere un proporzionale perché si consegna l'Italia all'ingovernabilità o ad alleanze innaturali".

L'onorevole Bindi prosegue la sua analisi sottolineando che questo sistema elettorale porterà inevitabilmente alla formazione di un governo di larghe intese, ovvero di un esecutivo Renzi – Berlusconi: "Mi pare sia l'unico scenario possibile. Sono convinta che i 5Stelle siano terrorizzati dall'idea di andare al governo e accettando l'accordo sul proporzionale, lo dimostrano. Questa è la loro convenienza. La convenienza di Berlusconi è di sedersi di nuovo al tavolo e non rimanere schiacciato sotto la Lega. Incomprensibile è la scelta del Pd".

Bindi critica fortemente anche l'ipotesi "elezioni anticipate", che stando a voci di corridoio potrebbero cadere tra settembre e ottobre: "Per fare una buona legge elettorale non per anticipare le elezioni di 5 mesi. Questa mi pare la convenienza del leader del Pd, Renzi. Di certo non quella del partito né del paese. La corsa affannosa di queste ultime ore impedisce di fare una buona legge elettorale. Se invece si ritorna serenamente alla convinzione che si vota nel 2018, si può costruire un accordo serio. Una buona legge elettorale è quella in cui i cittadini possano scegliere sia chi va in Parlamento sia chi governerà il paese. Con questa legge, anche dopo le ultime modifiche, non si consente né l'una né l'altra cosa. Viene smantellato ciò per cui noi democratici abbiamo lottato negli ultimi 25 anni. La legge elettorale proporzionale sarà il timbro della mutazione genetica del partito, in atto da tempo", sottolinea la presidente della Commissione Antimafia.

"In questi sei mesi si devono ultimare alcune riforme: lo Ius soli, il testamento biologico, il processo penale. Per il contributo dato dalla Commissione Antimafia, penso anche alla riforma della gestione dei beni confiscati alle mafie: 25 miliardi di patrimonio in larga parte non utilizzato. E non possiamo dimenticare i richiami del governatore di Bankitalia: il nostro debito pubblico e la nostra disoccupazione. La manovra deve farla questo governo".

Proseguendo, l'onorevole parla del rapporto con il suo partito: "Io ho ancora la tessera del partito. Ho votato Andrea Orlando al congresso. Ma se il Pd sarà quello che rischia di diventare… sarà tutto più difficile. Non lascio, né vado. La legge elettorale è lo spartiacque della mutazione del Pd. Mutazione segnalata d'altra parte anche dall'annuncio di Pisapia disponibile a guidare una forza politica alternativa al Pd non è più asse portante del centrosinistra. Non c'è una voce favorevole al nuovo corso tra i fondatori dem, da Prodi, a Veltroni, a Bersani. Un partito che rinuncia all'alternativa tra sinistra e destra, a fare da argine ai populismi che manda in soffitta la democrazia dell'alternanza, non appartiene neppure a me. Ma il Pd è ancora in tempo per una buona legge, almeno con un premio di maggioranza", aggiunge Bindi, evidenziando inoltre che a suo parere Renzi avrebbe "tradito l'Italia", non i singoli esponenti del Pd.

In conclusione, l'onorevole Bindi torna a ribadire la sua definitiva uscita dalla scena politica: "Ho già detto che ritenevo sufficienti i miei quasi 30 anni in Parlamento e non mi sarei ricandidata. Ci sono mille modi per partecipare alla vita politica. C'è bisogno di formazione alla politica. In fatto di rottamazione però, mi pare che gli interlocutori scomodi che Renzi voleva eliminare sono ancora tutti qui. Grazie a Dio".

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