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Bernini: “Siamo il centro del Cdx, Tajani la nostra punta di diamante. E la famiglia Berlusconi è con noi”

Anna Maria Bernini, ministra dell’Università e della Ricerca ed esponente di primo piano di Forza Italia, commenta in un’intervista a Fanpage.it l’apertura dei lavori del Congresso nazionale degli azzurri: “Silvio Berlusconi non c’è più ma restano ben saldi i suoi valori politici, che saranno declinati in atti di governo concreti”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Oggi e domani, 23 e 24 febbraio, si tiene a Roma il Congresso di Forza Italia, il primo senza Silvio Berlusconi. Un migliaio di delegati da tutta Italia eleggeranno il segretario e 4 vicesegretari: sarà confermato alla guida del partito Antonio Tajani, e nominati suoi vice Roberto Occhiuto, Deborah Bergamini, Stefano Benigni e Alberto Cirio. Ma al di là delle cariche e della riorganizzazione interna, inizia da oggi una nuova fase per gli azzurri, che puntano all'obiettivo del 10% alle prossime elezioni europee. Ne abbiamo parlato con Anna Maria Bernini, ministra dell’Università e della Ricerca, esponente di primo piano del partito e da sempre fedelissima di Berlusconi: "Forza Italia c’è ed è determinata a portare avanti lo spirito e le idee del suo fondatore. La nostra storia è il nostro futuro".

La scorsa estate, poco dopo la scomparsa di Silvio Berlusconi, lei ha indicato Tajani come il “successore naturale di Berlusconi”. Ora però per forza di cose il partito si prepara a cambiare pelle, con un nuovo organigramma. Quali sono gli elementi di continuità rispetto alla fase precedente e quali saranno invece le novità?

Forza Italia è proiettata verso il futuro. Siamo e continueremo ad essere il centro del centrodestra, l’elemento stabilizzatore del sistema. Liberali, garantisti, europeisti ed atlantisti, riformatori. Silvio Berlusconi non c’è più ma restano ben saldi i suoi valori politici, che saranno declinati in atti di governo concreti. Antonio Tajani è la nostra punta di diamante e attorno a lui c’è una classe dirigente competente e determinata, circondata dall’affetto di una comunità di militanti che in questi mesi è cresciuta. Abbiamo tante sfide che ci attendono, da un sistema della giustizia sempre più efficiente a un fisco ancora più vicino alle esigenze di imprese e cittadini. Siamo determinati a vincerle.

A otto mesi dalla scomparsa di Silvio Berlusconi dove ha sentito di più la sua assenza? Per esempio si è sentita la mancanza di un mediatore nelle trattative all'interno della coalizione?

Silvio Berlusconi ha rappresentato per tutti noi un punto di riferimento politico e umano fondamentale. Ha costruito dalle ceneri della Prima Repubblica una coalizione di governo che continua a stare assieme dopo trent’anni proprio grazie alle solide basi poste fin dalla sua fondazione. Sì, era un eccellente mediatore. Una capacità che nasceva dalla grande disponibilità all’ascolto. Per questo, sia gli avversari che gli alleati, non lo hanno mai visto come un capo, ma piuttosto come una guida. Berlusconi è stato un leader eccezionale, attento alle esigenze di tutta la coalizione che gli ha sempre riconosciuto una efficace dote di sintesi.

Silvio Berlusconi ha fatto di tutto per tenere il centrodestra unito, mantenendo per molto tempo il ruolo di perno della coalizione. In questo momento quel ruolo è occupato da Meloni. Pensa che Forza Italia possa riuscire a occupare ancora quel ruolo centrale?

Forza Italia ha e continuerà ad avere una sua identità. Riconosciuta. Forte e autonoma. Se esiste il centrodestra lo si deve proprio a Forza Italia e al suo fondatore, Silvio Berlusconi. Forza Italia c’è ed è determinata a portare avanti lo spirito e le idee del suo fondatore. La nostra storia è il nostro futuro. Un futuro che affronteremo con la consapevolezza di essere una solida comunità di donne e uomini dalle idee chiare e grazie a queste consolideremo le nostre posizioni. È una sfida che ci vedrà protagonisti e che accettiamo senza riserve perché abbiamo tutte le potenzialità per vincerla.

Lei ha sempre definito Forza Italia la sua seconda famiglia. La sua carriera politica è iniziata nel Pdl, è continuata in Forza Italia, di cui è stata vicecoordinatore nazionale. Quale sarà il suo contributo in questa nuova fase?

Forza Italia è la mia famiglia politica. Mi riconosco nei suoi valori. Ho avuto il privilegio e l’onore di ricoprire incarichi parlamentari e di partito. Oggi sono un ministro della Repubblica e sono impegnata per rafforzare il diritto allo studio, costruire un ecosistema della ricerca sempre più attrattivo a livello internazionale, riconoscere il giusto merito e valore alle nostre stupende istituzioni artistiche. È una sfida ardua, ma l’impegno sta portando risultati notevoli.

Lei vede un ruolo dei figli di Berlusconi all’interno del partito? Potrebbero servire a dare maggiore vigore all’incisività del partito in questo nuovo corso?

La famiglia Berlusconi è sempre stata al fianco di Forza Italia. L’ha sostenuta nel tempo e ne ha apprezzato le scelte. Forza Italia e famiglia Berlusconi sono le facce di una stessa medaglia, quella delle libertà.

Il primo test importante sarà quello delle europee. Come pensate di raggiungere il risultato del 10%?

Quello a Forza Italia è l’unico voto utile per cambiare l’Europa. Siamo il Ppe in Italia, la forza che più di tutte sarà in grado di rappresentare l’Europa del domani che gli italiani attendono. Non quella dei vincoli ma delle libertà, non quella delle imposizioni ma della condivisione, non quella delle ideologie ma della ragionevolezza.

In chiusura della campagna elettorale in Sardegna i leader del centrodestra si sono presentati uniti sul palco. Ci sono però evidenti elementi di divisione in questo momento, dal caso Navalny al terzo mandato, passando per il tema delle candidature. Pensa che il risultato delle prossime elezioni europee possa cambiare gli equilibri all’interno del governo?

Le divisioni sono più raccontate che reali. All’interno di ogni coalizione ci sono momenti di dialogo e di confronto. La nostra forza sta proprio nel raggiungere sempre e in tempi non commisurabili a quelli biblici della sinistra una sintesi condivisa. E comunque, sono convinta che le elezioni europee non influiranno in alcun modo nel percorso riformista intrapreso da questo governo e sostenuto da un’ampia maggioranza parlamentare, anche perché sarebbe incomprensibile agli occhi di tutti quegli italiani che non più di un anno e mezzo fa hanno creduto nel nostro progetto di governo e continuano a sostenerci.

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