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Belsito spiava Maroni e i diamanti con la firma di Rosi Mauro

E’ il settimanale Panorama che parla di un un velenoso dossier commissariato da Belsito ad un un detective privato con l’obiettivo di screditare il “nemico” Maroni. Nel frattempo nuovi aggiornamenti sul caso dei diamanti che i pm ipotizzano comperati coi soldi della Lega.
A cura di Biagio Chiariello
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Belsito spiava Maroni I diamanti con la firma di Rosi Mauro

Roberto Maroni era un nemico per alcuni esponenti leghisti. Bisognava danneggiare la sua immagine all'interno del partito e per fare ciò era già pronto un dossier al pepe. Lo racconta Panorama, nel numero in edicola da domani.  E a compiere il lavoro sporco doveva essere proprio Francesco Belsito, indagato dalle procure di Milano, Napoli e Reggio Calabria per appropriazione indebita, truffi ai danni dello Stato italiano e riciclaccio, in merito allo scandalo di casa Bossi. Dal gennaio scorso, il tesoriere, spiega il settimanale, avrebbe ingaggiato un detective privato genovese con l'obiettivo di indagare sulla vita e gli affari privati dell`ex Ministro dell`Interno. Il materiale raccolto sin qui dagli investigatori di Belsito rivelerebbe di alcuni affari sporchi legati all'acquisto delle barche di Maroni (un catamarano e due motoscafi).

Maroni respinge categoricamente ogni presunta accusa, definendo «ridicolo» il dossier. «Contiene cose inventate e inverosimili. È stato fatto per screditare. Voglio solo citare quanto comparso su Panorama: si è scoperto che avevo una grande barca a ‘Portorosè in Slovenia, mentre era ‘Porto Rosà di fronte alle Eolie dove qualche anno fa avevo una barca». Ciò che fa infuriare di più Maroni è il fatto che il dossier sia stato pagato, come emerge dal servizio di Panorama, coi soldi dei rimborsi elettorali della Lega Nord «E' questa la cosa più grave». Precedentemente, Maroni su Facebook aveva scritto di essere fermamente intenzionato a capire chi fossero gli "spioni". «I colpevoli dovranno essere cacciati. A tutti i livelli. Non mi fermerò fin quando ciò non sarò avvenuto».

Nel frattempo, emergono nuovi dettagli sull'acquisto dei diamanti e lingotti marchiati Lega che gli inquirenti ipotizzano essere stati comperati col danaro sottratto dai finanziamenti pubblici del Carroccio, prima di essere spartito tra Rosi Mauro, lo stesso Belsito e il senatore Piergiorgio Stiffoni, uno dei componenti del comitato amministrativo del partito. I magistrati milanesi ora hanno appurato che i fogli di ordine e di consegna dei preziosi sono stati firmati dalla Mauro e da Stiffoni, rispettivamente per 100 e 200mila euro. L'operazione sarebbe stata effettuata dai due parlamentari attraverso l'apertura di altrettanti conti a loro nome presso la Banca di Novara, mentre il pagamento per i 100 mila euro di diamanti acquistati da Belsito riguardebbe un conto già aperto dall'ex tesoriere. In tutti e tre i casi la transazione ha riguardato la medesima società di intermediazione di brillanti.

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