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Beghin (M5s) a Fanpage: “Ue sospenda brevetti per produzione vaccini, gravi ritardi da Big Pharma”

In un’intervista a Fanpage.it capodelegazione del M5s al Parlamento europeo Tiziana Beghin spiega come sarebbe possibile accelerare con la campagna vaccinale in Europa. I pentastellati, insieme ad altri europarlamentari di diversi gruppi, hanno depositato un’interrogazione orale in Parlamento per chiedere alla presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen la sospensione temporanea dei brevetti in mano alle case farmaceutiche.
A cura di Annalisa Cangemi
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La capodelegazione del M5s al Parlamento europeo Tiziana Beghin spiega a Fanpage.it perché il M5s ha proposto la sospensione temporanea dei brevetti sui vaccini anti Covid: "Nel caso di emergenze di sanità pubblica, come quella che stiamo vivendo, è possibile compensare le case farmaceutiche detentrici dei diritti di proprietà intellettuale e permettere ai Paesi di produrli autonomamente".

"L'emergenza pandemica in corso richiede l’ampliamento urgente della capacità produttiva europea di vaccini – si legge nel testo di un'interrogazione orale rivolta alla presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen da parte dei 10 europarlamentari M5s e di altri firmatari appartenenti ad altri gruppi – Molti Paesi membri dispongono già di tecnologie e competenze per produrre i sieri vaccinali, ma vi sono barriere legali che impediscono l’avvio della produzione al di fuori delle case farmaceutiche detentrici dei rispettivi brevetti". Gli eurodeputati chiedono alla Commissione quali strumenti intenda mettere in campo l'Europa per velocizzare la produzione di vaccini.

In Italia è stata già depositata pochi giorni fa alla Camera una mozione del Movimento 5 Stelle, a firma Giulia Grillo e Angela Ianaro che va in questa direzione.

Voi dite che si possono e si devono sospendere temporaneamente i diritti di proprietà intellettuale delle case farmaceutiche per  permettere ai Paesi di produrre autonomamente. Legalmente è possibile farlo?

Come hanno spiegato Giulia Grillo e Angela Ianaro in una mozione presentata alla Camera dei Deputati, ai ritardi, ingiustificati e inaccettabili delle case farmaceutiche si risponde con misure eccezionali come quella della sospensione dei brevetti sui vaccini. Nel caso di emergenze di sanità pubblica, come quella che stiamo vivendo, è possibile compensare le case farmaceutiche detentrici dei diritti di proprietà intellettuale e permettere ai Paesi di produrli autonomamente. Il Consiglio europeo non ha avuto abbastanza coraggio su questo e noi rilanciamo portando la questione al Parlamento europeo.

Qual è il senso della vostra interrogazione orale?

Stiamo raccogliendo le firme di europarlamentari provenienti da molti gruppi politici. Sul tema dei brevetti dobbiamo aprire un dibattito già nella prossima plenaria del Parlamento europeo che inizia l’8 marzo. La Commissione europea deve rispondere pubblicamente visto che gli strumenti legali esistono ma vengono ignorati.

Perché fino ad ora allora l’accordo TRIPs (Trade Related Intellectual Property Rights), relativo appunto alla proprietà intellettuale, non è stato ancora richiamato?

L’articolo 31 dell’accordo TRIPs prevede il diritto per gli Stati membri dell’Organizzazione mondiale del commercio di disporre, in caso di emergenza, l’utilizzo di brevetti senza l’autorizzazione del detentore. Un anno dopo lo scoppio della pandemia, nonostante tre vaccini già autorizzati dall’Ema, siamo in enorme ritardo con il piano vaccinale europeo e le numerose varianti pongono una nuova seria minaccia alla salute pubblica. Cosa aspettiamo dunque? Inoltre l’Unione europea ha altri strumenti legali come quelli previsti all’articolo 122 TFUE, che permette di intervenire in caso di difficoltà di approvvigionamento di determinati prodotti. La Commissione deve mettere la salute dei cittadini al primo posto, poi vengono gli interessi delle case farmaceutiche.

Eppure Ursula von der Leyen continua a dire che è giusta lasciare la "volontarietà" della condivisione dei brevetti.

Questo approccio del ‘laissez-faire’ non funziona più. Le case farmaceutiche hanno mentito più volte e abbiamo perso settimane per ottenere la pubblicazione di contratti pieni di omissis. Se ci fossimo mossi subito per la sospensione dei brevetti avremmo oggi una pianificazione più attendibile e meno incertezze. Noi abbiamo condiviso la linea europeista che prevede che sia la Commissione a firmare contratti per tutti gli Stati Ue con le case farmaceutiche. Questo ha portato a indubbi vantaggi sia in termine economici che di solidarietà fra Stati membri perché i vaccini vengono distribuiti in maniera proporzionale e non in base al miglior offerente. Abbiamo evitato la disintegrazione, adesso sosteniamo l’esigenza di una produzione europea per evitare la catastrofe.

Però l'amministratore delegato di AstraZeneca, Pascal Soriot, fa orecchie da mercante, e dice che non serve condividere i brevetti, perché è un problema di "capacità produttiva". In sostanza se non siamo in grado di produrli, se non abbiamo strumenti e persone formate, è inutile avere il brevetto…

Pascal Soriot sbaglia e difende la sua categoria – Big Pharma – come è giusto che sia. Ma noi dobbiamo rispondere ai cittadini e alle loro preoccupazioni sui ritardi della campagna vaccinale. Tutti sanno che dovremo convivere con questa pandemia per i prossimi anni, considerate anche le sue aggressive varianti. È vero che la capacità produttiva di un sito non si realizza dall’oggi al domani, ma gli esperti parlano di 9/12 mesi per attrezzarlo e renderlo operativo e non dimentichiamoci che in Europa il know how è molto alto. Se iniziamo dunque oggi entro fine anno avremo una autonomia produttiva europea e saremo pronti a coprire inevitabili richiami e ed eventuali varianti.

Cosa ne pensa della linea dura di Draghi, che ha detto di non essere a favore del meccanismo Covax e della donazione di dosi in questa fase?

Dopo gli errori e la vergogna del colonialismo l’Europa è oggi faro dei diritti umani nel mondo. Dobbiamo continuare a esserlo ed evitare a tutti i costi una guerra di vaccini. L’altruismo paga sempre nella vita e quindi anche in politica estera, ma ovviamente Draghi solleva un punto quando ammette che, viste le difficoltà europee, non siamo pronti alle donazioni. Lo saremo una volta risolti i problemi interni.

C'è stato un primo sì dal Consiglio Ue ai passaporti vaccinali, che saranno più una sorta di ‘certificato verde'. Potrebbero essere un modo per riprendere a viaggiare già in estate?

Qui è d’obbligo la cautela. I passaporti vaccinali rischiano di creare pericolose fratture nella popolazione perché, così facendo, molti cittadini in attesa della vaccinazione rischierebbero di essere condannati a casa, senza libertà di movimento o di svago. La sicurezza dei luoghi pubblici deve essere garantita a prescindere dalla vaccinazione. Un soggetto non vaccinato, e non infetto, non ha meno diritti di uno vaccinato.

La Commissione Ue dice che il target del 70% della popolazione adulta vaccinata entro l'estate è raggiungibile. Una stima troppo ottimistica?

La luce in fondo al tunnel la vediamo tutti, ma bisogna essere realisti sulla tempistica per non creare illusioni nella popolazione. I cittadini non hanno la memoria corta e queste facili promesse rischiano di ritorcersi contro. Come la scorsa estate io sono convinta che avremo un ammorbidimento della curva epidemiologica, ma questo non significa che saremo al sicuro.

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