“Basta soldi a Veronica Lario”: Berlusconi spera nella sentenza di divorzio per azzerare l’assegno

Silvio Berlusconi non si dà pace e non vuole continuare a pagare il milione e mezzo al mese di alimenti alla ex moglie Veronica Lario. Dopo svariati tentativi, che finora non hanno sortito gli effetti sperati, ora l'ex presidente del Consiglio vorrebbe appellarsi alla rivoluzionaria sentenza emessa poche settimane fa dalla prima sezione civile della Cassazione per chiedere la riduzione consistente dell'importo dell'assegno di mantenimento che al momento lo costringe a erogare alla ex moglie circa 17 milioni di euro all'anno, basandosi sul principio che Veronica Lario ha il diritto a mantenere lo stesso tenore di vita avuto nel corso dell'unione matrimoniale con Berlusconi. Così, ora l'ex premier vorrebbe appellarsi alla sentenza che ha decretato la vittoria dell'ex ministro Vittorio Grilli, il quale ha richiesto e ottenuto che l'assegno di mantenimento nei confronti della moglie fosse adeguato al principio di sussistenza e non più a quello del tenore di vita. I legali dell’ex Cavaliere – Pier Filippo e Paolo Giuggioli e Giorgio De Nova – poche ore dopo dalla sentenza della Cassazione hanno infatti presentato un’istanza alla Corte d’appello di Milano chiedendo ai giudici di anticipare l’udienza di divorzio tra Berlusconi e Veronica Lario, anziché aspettare la data fissata per dicembre. Oltre a ciò, i legali di Berlusconi, appellandosi proprio alla sentenza Grilli, hanno soprattutto richiesto l'azzeramento dell'assegno mensile da 1,4 milioni di euro che l'ex Cavaliere corrisponde alla ex consorte Veronica Lario.
Nonostante la sentenza Grilli, però, la scorsa settimana sempre la Cassazione ha sancito la separazione definitiva tra Lario e Berlusconi e ha fissato in due milioni l'importo dell'assegno di mantenimento da versare, somma che a quanto pare terminerà nel momento in cui il divorzio diventerà definitivo. Dopo la sentenza definitiva di divorzio, la cifra scenderebbe a 1,4 milioni mensili. Nei prossimi giorni, dunque, la Corte d’appello milanese fisserà la nuova udienza e provvederà a valutare il ricorso ed, eventualmente, a ricalcolare l'assegno. Le tempistiche però non sono note, perché la sentenza della prima sezione della Cassazione ha spinto molti ex coniugi a presentare ricorsi con richieste simili a quelle avanzate da Berlusconi, dunque l'ingolfamento delle cancellerie dei tribunali potrebbe produrre ritardi e disagi.