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Basta minimizzare la cultura violenta maschile: le prime denunce sul raduno degli alpini a Rimini

“Dire a delle ragazzine di 16 anni palpeggiate da uomini adulti, bianchi, in divisa, che dovevano denunciare subito ai presidi di polizia presenti non solo è ridicolo ma emblematico di come un problema sociale e culturale, quello della violenza, venga relegato solo ed esclusivamente sul piano formale”: è l’appello dei collettivi femministi dopo le molestie all’adunata degli Alpini.
A cura di Annalisa Girardi
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C'è stata una prima denuncia, da parte di una ragazza di 26 anni, per le molestie verbali e fisiche subite da tre uomini durante l'adunata degli Alpini tenutasi a Rimini lo scorso fine settimana. "Immaginiamo già come devierà il dibattito: "una sola denuncia?", "ah, ma è contro ignoti", "si, ma gli alpini sono bravi", "erano infiltrati" e tutte le aberrazioni, assurdità e giustificazioni che abbiamo sentito in questi giorni. Come il tema delle generalizzazioni o strumentalizzazioni che come attiviste e donne abusate avremmo fatto. Le molestie e i comportamenti offensivi che abbiamo visto e subito nelle strade di Rimini durante l’adunata stanno alla base di una piramide della violenza, dove in cima c’è il femminicidio. Fenomeni come il cat calling, le molestie, i fischi, ecc ecc. sono alla base di questa piramide", hanno commentato in un comunicato congiunto Non Una di Meno Rimini, Casa Madiba Network e Pride Off.

E ancora: "La cultura della violenza maschile contro le donne e le persone gender non conforming è permeata nella società ed è legittimata e viene alimentata proprio dalle minimizzazioni che sono state fatte in questi giorni rispetto a certi comportamenti, pochi o molti che siano. Ora, dire a delle ragazzine di 16 anni palpeggiate da uomini adulti, bianchi, in divisa, che dovevano denunciare subito ai presidi di polizia presenti (difficili da distinguere in mezzo alla folla) non solo è ridicolo ma emblematico di come un problema sociale e culturale, quello della violenza, venga relegato solo ed esclusivamente sul piano formale".

I collettivi hanno anche rimarcato come non sia giusti ridurre tutti questi fenomeno sociali e culturali alle carte e alla sfera meramente legislativa, quando invece si sta parlando di una questione politica e culturale. Per poi aggiungere: "Inaccettabile discredito è aver lasciato che questi fatti accadessero senza nessuno che intervenisse perché ritenuti comportamenti normali, conformi, leciti. Questa la verità. Leggendo le reazioni, i commenti, gli articoli della stampa, la minimizzazione passa quindi dal considerare questi fatti come "cose innocenti, complimenti, goliardia". E infine. "Quello che manca però in ogni episodio segnalato, nelle testimonianze video di Fanpage.it, nelle tantissime testimonianze riprese e pubblicate anche dalla stampa nazionale è il consenso, questo sconosciuto..".

Alcuni commenti sono arrivati anche dal mondo della politica: "Quanto è accaduto e viene riportato dalla cronaca è gravissimo e inaccettabile per le istituzioni. Inaccettabile in particolare per uomini che devono essere, e sono, a servizio dello Stato. La subcultura della prevaricazione del maschile sul femminile è terreno fertile per abusi e violenze e deve essere definitivamente rimossa dal nostro Paese", ha detto a ministra per le Pari opportunità e la famiglia, Elena Bonetti, a Rainews24.

La senatrice di Italia Viva Donatella Conzatti, segretaria della commissione Femmincidio, da parte sua ha commentato: "Quando tutti tacciono fischiettando o peggio ironizzano significa che c'è qualcosa di cui parlare. Invece di provare a delegittimare le donne che denunciano, perché non le ascoltiamo? C'é sempre un sommerso incredibile di violenza".

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