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Base militare nel parco, il consigliere comunale: “Così abbiamo scoperto il progetto segreto”

Il governo Draghi progetta di costruire una nuova grande base militare nell’area protetta del parco di Coltano, a Pisa, utilizzando i fondi del Pnrr. Il consigliere comunale pisano Francesco Auletta, che ha rivelato all’opinione pubblica il progetto, spiega a Fanpage.it tutti i dubbi e i problemi che la costruzione della cittadella militare comporterebbe.
A cura di Marco Billeci
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Francesco Auletta, consigliere comunale a Pisa per "Diritti in Comune". Come avete scoperto il progetto per la nuova grande base militare nel parco di Coltano?

Ce ne siamo accorti quasi casualmente. Periodicamente guardiamo sulla Gazzetta Ufficiale se ci sono cose che riguardano il territorio, così due settimane fa abbiamo scoperto il decreto che dava via libera al progetto.

Possibile che nessuno in città ne sapesse niente?

Questa è la cosa più scandalosa. Noi scopriamo questo decreto da cui si apprendono alcune questioni: che ci sarà questa nuova infrastruttura militare a Coltano e che sarà finanziata con i soldi del Pnrr. La prima cosa che facciamo è chiedere pubblicamente, chi sapeva di questa vicenda, ma tutti hanno negato. Noi ovviamente non abbiamo creduto a questa versione e dopo due o tre giorni abbiamo scoperto che, dall'aprile del 2021 questo progetto è stato portato dalla Regione all’attenzione del parco. Quindi sapevano tutti: il sindaco Conti di centrodestra, il presidente della Regione Giani del centrosinistra.  Nessuno però ha mai parlato.

Quanto costerà la realizzazione della struttura?

Ad oggi noi non sappiamo a quanto ammontano le risorse che verranno stanziate del Pnrr, quanti centinaia di milioni di euro. Stiamo parlando di più di 70 ettari e 440.000 metri cubi, significa un’area pari alla metà del centro storico di Pisa. Siamo al paradosso, i soldi del Pnrr che dovevano servire per potenziare i parchi vengono usati per distruggerli, una transizione ecologica al contrario, senza nessuna compensazione possibile.

Di che area stiamo parlando? Cosa si trova all'interno?

Si tratta di una zona tutta interna al parco, è un'area che serve anche per contenere gli allagamenti. Ci sono anche terreni demaniali che sono in affitto ad aziende agricole da decenni.  Una piccolissima porzione è ad oggi utilizzata, nel senso che c'è un vecchio radar di una base americana dell’anteguerra. Ma è una parte minuscola, i 70 ettari complessivi sono tredici volte superiori alla porzione occupata dal radar. Tutto il resto è terreno dove vanno gli animali o si coltivano grano e cereali, produzioni particolarmente importanti in questo momento . Quindi non c’è solo la  cementificazione sull’area del parco, ma  anche un danno alle aziende del territorio.

Come è possibile che venga data l'autorizzazione a costruire in un'area soggetta a vincoli ambientali?

È un'opera di interesse strategico nazionale, quindi bypassa tutte le normali procedure di autorizzazione. Anche se tutti si esprimono contro, l'opera si fa ugualmente perché viene ritenuta opera strategica. Si utilizza una procedura eccezionale e qualsiasi tipo di vincolo decade, di fronte alla decisione del governo.

Perché voi parlate di militarizzazione del territorio?

Va tenuta d’occhio la carta geografica. La nuova cittadella sta nella stessa direttrice, a pochi chilometri di distanza, dell’aeroporto militare e di Camp Darby, Questa è la fotocopia di quello che noi scoprimmo nel 2017, sull’ampliamento della base americana. Anche in quel caso, il governo Gentiloni dichiarò l‘interesse strategico nazionale. Pure se il parco fece un parere negativo, non ci fu nessuna conseguenza e i lavori ora marciano speditissimi. Quindi oggi sul nostro territorio abbiamo due mega progetti di potenziamento militare, su cui la cittadinanza è stata tenuta all’oscuro. E Pisa è destinata a diventare una delle più grandi piattaforme logistiche militari, almeno d’Italia.

Quali sono le possibilità di fermare il progetto?

Il Comipar, il Comitato paritetico Stato-Regioni sulle servitù militari, non dovrebbe aver concluso ancora l’iter per l’approvazione. Ma anche il suo parere sarà inutile.  L'unica soluzione per fermare il progetto è la mobilitazione. Questa è una questione di carattere nazionale che mette in gioco il modello di sviluppo, la nostra idea di territorio, il tipo di economia. Per questo noi abbiamo indetto per il 19 aprile alle ore 21, un’assemblea. Sarà la prima iniziativa pubblica  per iniziare a contrastare la realizzazione dell'opera.

Perché ritenete che la storia della base militare di Coltano abbia una rilevanza nazionale?

Dobbiamo capire se oltre Coltano, esistono altri progetti sul piano nazionale altri progetti militari finanziati con il Pnrr, perché questo è il più grande inganno che c'è dentro questa vicenda. In un momento in cui si discute tanto se alzare delle spese militari, il rischio è di realizzare un aumento attraverso altri canali.

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