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Banche a rischio chiusura, perché milioni di clienti potrebbero restare senza filiali

Dall’analisi del Centro studi Uilca sulla distribuzione degli sportelli nei Comuni italiani, emerge che più di 13 milioni di persone, che abitano sopratutto nelle aree interne del Paese, rischiano di rimanere senza filiali. È il fenomeno della desertificazione bancaria, in progressivo aumento negli ultimi anni.
A cura di Giulia Casula
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Ci sono sempre meno sportelli e nei prossimi anni moltissimi clienti rischiano di rimanere senza filiali. È l'allarme lanciato dal Centro Studi Uilca che ha posto l'attenzione su un fenomeno in atto già da diverso tempo, quello della "desertificazione bancaria". Dall'analisi condotta sulla distribuzione degli sportelli nei Comuni italiani, emerge che più di 13 milioni di persone, che abitano sopratutto nelle aree interne, rischiano di veder chiudere le banche del loro Paese e restare senza sportelli.

Perché sempre più sportelli stanno chiudendo

Negli ultimi anni si è assistito a un trend che ha visto sempre più filiali concentrate in alcune aree del Paese, a discapito di altre che sono state progressivamente spopolate. I fattori alla base di questo fenomeno sono diversi. Lo spiega bene Uilca che individua "l’emigrazione interna – dalle campagne alle città – e l’invecchiamento della popolazione – che riduce la forza lavoro, modifica i consumi e crea un mismatching tra domanda e offerta di lavoro, ridisegnando i territori" tra i principali motivi dietro i cambiamenti nella distribuzione delle filiali.

Così, sopratutto nelle aree interne, cioè quelle con una minore densità abitativa e un alto tasso di abbandono da parte dei più giovani, si sono registrate le maggiori chiusure. Parliamo di 101 sportelli in meno nel 2024 rispetto all'anno precedente. Dei 614 sportelli che hanno chiuso, 135 erano localizzati nelle Aree Interne, abitate dal 22,6% della popolazione italiana, pari a oltre 13 milioni di persone. Le nuove aperture in queste zone sono state solo 34 su un totale di 108: appena 31 Comuni sui 97 collocati all'interno di queste aree hanno visto aprire nuove filiali.

Nel 2024 più di 3mila Comuni sono rimasti senza filiali

In alcuni Comuni poi, la desertificazione bancaria ha portato alla chiusura degli ultimi presidi ancora disponibili. In generale, alla fine del 2024, più di tremila Comuni sono rimasti senza uno sportello bancario, per un totale di 4,6 milioni di clienti privati del servizio, aggravando una situazione economica, salariale e sociale già difficile.

Ad esempio, come denuncia First-Cisl, in Emilia Romagna più di 35mila cittadini vivono in Comune dove non c'è nemmeno una banca. Oltre la metà ha perso questo servizio negli ultimi dieci anni, mentre altri 214mila residenti vivono in territori serviti da un solo sportello (17mila in più solo nell'ultimo anno). "Un segnale inequivocabile della progressiva rarefazione della rete bancaria", ha sottolineato la sigla.

Per il segretario generale Uila Fulvio Furla, questi dati attestano che la "desertificazione bancaria è un fatto". È evidente che esiste "il problema dello spopolamento di certi territori, ma noi crediamo che le banche, invece di limitarsi ad adeguarsi al fenomeno, possono essere traino per invertire questa tendenza data l’importanza che ha il settore del credito nel Paese. Le banche possono svolgere un ruolo sociale per garantire servizi essenziali, come dimostrato durante la pandemia, a persone che altrimenti restano isolate e penalizzate", ha sottolineato.

Il ruolo delle banche "deve essere quello di aiutare imprese e famiglie supportando l’economia reale, in un momento in cui assistiamo a una crescita silente dell’inflazione e in cui purtroppo non corrisponde un aumento dei salari e della produzione industriale", ha commenta Roberto Telatin, responsabile del Centro Studi Uilca. "Inoltre, la politica monetaria della Banca centrale europea (Bce) sembra non essere sufficiente per definire un sentiero di sviluppo economico. Per questo è necessario portare le filiali bancarie vicino alle persone, per sostenerle nelle scelte economiche e finanziarie in questi tempi difficili".

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