Aumento spese militari, Faraone (Iv) a Fanpage: “Conte era a favore del riarmo, governo non cadrà”

Sull'aumento spese militare la maggioranza è ancora spaccata, con il M5s che mantiene la linea del no all'impiego di risorse per il riarmo, una posizione che lo avvicina a Leu ma che lo allontana nettamente da Pd e Iv. È fallito il tentativo di mediazione per arrivare a un ordine del giorno condiviso da tutti che possa portare a un incremento graduale delle spese militari al 2% del Pil.
È probabile dunque che la maggioranza si presenti divisa alle commissioni Esteri e Difesa del Senato, che si riuniranno oggi in seduta congiunta. Il presidente del Consiglio Draghi e il presidente del M5s Conte si vedranno nel pomeriggio per cercare una soluzione che superi lo stallo. Alla fine il governo potrebbe porre la questione di fiducia al decreto Ucraina al Senato, e in questo modo decadrebbero odg ed emendamenti in Aula (ma non in commissione). Tutto ruota attorno all'odg presentato giovedì da Fratelli d'Italia, a favore dell'aumento delle spese militari: il governo è intenzionato ad accoglierlo, e se l'opposizione ne chiedesse il voto, Pd, Iv, Fi e Lega voterebbero a favore in commissione, mentre M5s e Leu contro.
Italia viva giudica "ipocrita" la posizione del Movimento, ricordando che proprio quando era a Palazzo Chigi Conte si era espresso a favore dell'aumento delle spese militari. Il leader di Italia viva Matteo Renzi ha puntato il dito contro il M5s e contro il suo leader, sottolineando la mancanza di chiarezza sulla missione russa in Italia, avvenuta nella prima fase della pandemia, ufficialmente per offrire aiuto. Su questo Italia viva ha presentato un'interrogazione parlamentare al ministro della Salute Speranza, il quale sarà in Aula per rispondere giovedì. Ne abbiamo parlato con il capogruppo di Italia Viva in Senato, Davide Faraone,
Perché accusate il M5s di ‘pacifismo ipocrita’?
Come definirebbe lei uno che dice che non voterà mai l’aumento delle spese militari che ha esso stesso sostenuto quando era premier senza che nemmeno ci fosse la guerra? E sul “no alle trivelle” la stessa storia, ci gridavano: “passerete sul nostro cadavere prima di scavare un pozzo o spostare un ulivo”. Hanno cambiato idea, certo, sennò la gente li prende coi forconi adesso che le bollette, in combinato con la guerra, ci tolgono il sonno. E poi erano no vax, no euro, no Nato, no tutto, oggi cambiano idea, bene, potremo dire che questa è stata una legislatura pedagogica per i grillini. Ma al di là delle battute, nessuno sta sostenendo una violenta corsa al riarmo ma dobbiamo dare strumenti nuovi alla politica estera e di difesa comune europea e all’alleanza Nato. La Libia, la Siria, l’Afghanistan e adesso l’Ucraina sono campanelli d’allarme per chi pensava che l’Unione europea fosse estranea ai conflitti. Serve una difesa comune e va finanziata, il resto è solo ipocrisia. Molti cosiddetti pacifisti lo sono soltanto perché hanno paura che la guerra arrivi in Italia e fanno un appello agli ucraini affinché si arrendano. Non capiscono che in Ucraina si sta combattendo per difendere la libertà e la democrazia, sono principi universali. Mi ricordano tanto i no vax che hanno paura del vaccino e contano nella vaccinazione altrui per mettersi al sicuro.
Sulle spese militari Guerini nel 2019 diceva che l’obiettivo di raggiungere il 2% del pil entro il 2024 non era “realisticamente realizzabile”. Perché adesso sostenete il contrario?
La pace è una priorità, per tutti i democratici, per l’Occidente. Ma nessuno può coprire gli occhi e non accorgersi che le condizioni sono profondamente mutate dal 2019. Non possiamo non accorgerci che c’è una guerra che si fa ogni giorno più cruenta a due ore di volo da Milano, la sicurezza diventa un tema strategico. E le dirò di più: è un tema che ha a che fare anche con la sicurezza economica. Pensare alla nostra difesa significa pensare anche alla nostra indipendenza energetica che ha ricadute visibili su ogni aspetto delle nostre vite. Non si lavora alla pace, senza avere strumenti efficaci di sicurezza.
Mercoledì si vota sul decreto Ucraina, ma il vero test sarà il Documento di Economia e Finanza, dove verranno stanziate le risorse. E il M5s continua a ripetere che l’incremento delle spese militari non è la priorità. Il governo rischia di cadere?
Non credo proprio, solo dei pazzi scriteriati farebbero cadere il governo Draghi in questo momento, ne risponderebbero al paese. Un governo che sta innanzitutto lavorando, in Italia ed in Europa, per evitare che il paese finisca in recessione fra prezzi che salgono e salari che restano gli stessi e imprese che producono a costi pazzeschi. Il def e tutti gli strumenti economici di cui si sta dotando il governo servono soprattutto a questo. Dire il contrario è solo propaganda in vista delle elezioni che si avvicinano.
C’è un nesso tra la guerra in corso e l’esigenza di aumentare le spese militari da 25 miliardi di euro a 37 miliardi di euro l’anno? Perché è così urgente?
Certo, ed è l’esigenza di avere una difesa all’altezza della situazione, oltre al fatto che si tratta di rispettare gli impegni presi con la Nato. Le dirò di più: non solo l’Italia ma se l’Europa vuole diventare la superpotenza che ambisce ad essere deve dotarsi di un esercito comune, di una propria politica estera e di una indipendenza energetica. Per fare tutto questo occorre una difesa all’altezza accanto, sempre e comunque, alla diplomazia. L’Europa deve essere protagonista nel tenere tutti i canali diplomatici aperti senza favorire alcuna escalation ma promuovendo la pace. Tuttavia non si può non vedere che in Ucraina non si sta combattendo una guerra per qualche porzione di territorio da conquistare, è in discussione l’ordine mondiale a cui siamo stati abituati dal dopoguerra ad oggi.
Siete soddisfatti della risposta che Conte ha dato al Copasir giovedì? Oppure intendete andare avanti con l’interrogazione a Speranza?
Giovedì Speranza sarà in Aula al Senato per il question time, in quella sede gli chiederemo conto della missione "dalla Russia con amore" su cui gravano dubbi e interrogativi inquietanti che l’ex presidente Conte non ha ancora sciolto. Una missione organizzata in poche ore con un contingente per metà fatto di medici e per metà di militari di cui lo stesso sindaco Gori ha dichiarato di essere sempre stato poco convinto. Quali erano i veri obiettivi di quella missione? Perché abbiamo speso tre milioni di euro in piena pandemia per farli arrivare e spesarli di tutto a Bergamo? Ma sopratutto: hanno avuto accesso ai dati sensibili dei pazienti italiani affetti dal Covid oltre ciò che le nostre regole sanitarie consentono? A Wuhan i russi non li hanno voluti, noi gli abbiamo steso i tappeti rossi, vogliamo andare fino in fondo a questa storia.
L’ambasciatore russo Razov ha dichiarato La missione sanitaria russa assolutamente gratuita. È un’affermazione credibile?
Certo, per loro lo era sicuramente visto che abbiamo pagato noi italiani quella missione. Ma la cosa più importante è che non resti alcuna ombra sull’identità e sull’obiettivo dei russi venuti a soccorrerci, lo dobbiamo alle centinaia di migliaia di morti di Bergamo, li abbiamo pianti mentre sfilavano sui camion militari, ed è giusto che le famiglie e gli amici conoscano ogni dettaglio di quella vicenda. Avevamo chiesto la commissione di inchiesta sul Covid per dare verità e giustizia a quei morti, si fanno commissioni su tutto in questo paese, su quello ci hanno detto di no, continueremo comunque ed in ogni sede a porci e a fare le doverose domande.