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Caso Paragon

Attacco sul cellulare di un altro giornalista di Fanpage, Ruotolo (Pd): “Zero risposte dal governo Meloni”

Dopo la denuncia del giornalista di Fanpage.it Ciro Pellegrino, vittima di un attacco da parte di uno spyware mercenario ancora ignoto, che ha messo sotto controllo il suo telefono, da parte di Sandro Ruotolo (Pd) arriva la richiesta di chiarimento al governo: “A distanza di tempo, non sappiamo ancora chi siano i mandanti, né con quale obiettivo. Due giornalisti, due dispositivi compromessi, zero risposte”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Dopo il caso Paragon, dai contorni ancora incerti, che riguarda lo spionaggio ai danni attivisti e giornalisti, tra cui il direttore di Fanpage.it Francesco Cancellato, un altro giornalista di questa testata ha denunciato di essere stata vittima di uno spionaggio.

Si tratta del giornalista di Fanpage.it Ciro Pellegrino, che ha denunciato di aver ricevuto una e-mail ieri pomeriggio, che lo avvertiva di essere nel mirino di uno spyware, ancora sconosciuto.

"Apple ha rilevato un attacco spyware mercenario mirato contro il tuo iPhone. […] È probabile che questo attacco ti stia prendendo di mira specificamente per via della tua identità o delle tue attività", è stata la comunicazione. Se il direttore Francesco Cancellato è stato avvisato da Meta, a gennaio, dell'attività di controllo sul suo telefono, nel caso di Ciro Pellegrino è stata Apple a notificare l’attacco, come lui stesso ha raccontato.

Sandro Ruotolo, esponente del Pd, di cui è responsabile informazione, ha commentato così la notizia: "Un secondo giornalista di Fanpage.it ha ricevuto una notifica da Apple: è stato bersaglio di uno spyware mercenario altamente sofisticato. Lo stesso tipo di attacco subito mesi fa dal direttore Francesco Cancellato. A distanza di tempo, non sappiamo ancora chi siano i mandanti, né con quale obiettivo. Due giornalisti, due dispositivi compromessi, zero risposte".

Secondo l'esponente dem è inaccettabile che da parte del governo non siano ancora arrivate risposte chiare: "Apple scrive che ‘gli attacchi di spyware mercenari sono tra le minacce digitali più avanzate' e che la notifica odierna è stata inviata in 100 Paesi, con oltre 150 Paesi coinvolti in totale. Un dato allarmante, che impone una risposta sistemica a livello europeo. Ma a partire da casa nostra. Se il Governo italiano non è coinvolto, perché non chiede ufficialmente chiarimenti a Paragon Solutions, che ha confermato di poter risalire nei propri database alle attività svolte con i suoi software?", è la domanda.

"In Europa abbiamo approvato l’European Media Freedom Act, regolamento che all’articolo 4 proibisce l’uso di spyware sui dispositivi di giornalisti. Anche se entrerà pienamente in vigore l’8 agosto 2025, questo principio è già un impegno politico e morale per tutti gli Stati membri. E il Governo Meloni lo sta ignorando", ha detto Ruotolo.

"Ma anche sul piano nazionale non ci sono scuse: la legge 3 agosto 2007, n. 124, che disciplina il sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica, stabilisce all’articolo 17, comma 5 che le attività dei servizi segreti non possono in alcun caso essere rivolte contro giornalisti professionisti iscritti all’albo. Se dunque non è stato lo Stato a violare la legge, chi ha avuto accesso a questi strumenti e con quale legittimità?".

Per Ruotolo "Il silenzio è diventato un boato. Questi giornalisti non stavano trafficando armi, non stavano progettando attentati. Stavano facendo inchieste. E le facevano bene. È questo il vero bersaglio? Chi mette sotto sorveglianza la stampa libera mette sotto accusa la democrazia. E se il Governo continua a negare senza chiarire, sarà l’Unione europea a dover agire".

Anche per l'europarlamentare dem Matteo Ricci si tratta di "una violazione inaccettabile della vita e del lavoro dei professionisti della nostra informazione. Urgono risposte dal Governo".

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