Assegno Unico 2026, importi in aumento da gennaio con nuove soglie Isee: cosa cambia e per chi

Nel 2026 l'Assegno unico per i figli subirà un nuovo aggiornamento. Non si tratta di un cambiamento isolato, ma dell'effetto automatico dell'adeguamento all'inflazione previsto ogni anno per prestazioni sociali e previdenziali. Il decreto firmato da Ministero dell'Economia e Ministero del Lavoro, pubblicato a fine novembre in Gazzetta Ufficiale, ha infatti fissato il tasso di rivalutazione: da questo valore dipendono sia gli importi mensili dell'assegno, sia le soglie ISEE che determinano a quale fascia economica appartiene ciascuna famiglia.
Il risultato? Dal 1° gennaio aumentano sia gli importi dell'Assegno unico sia le fasce ISEE, con effetti concreti per molte famiglie che potrebbero ritrovarsi automaticamente in una fascia più favorevole. Ecco cosa significa.
Come si calcolano gli importi dell'Assegno Unico
L'Assegno unico e universale è un contributo mensile destinato alle famiglie con figli a carico. Viene definito "universale" perché spetta a tutti i nuclei familiari, indipendentemente dal tipo di lavoro dei genitori o dalla loro condizione occupazionale. L'assegno è riconosciuto per ogni figlio fino a 21 anni, a condizione che rispetti alcuni requisiti, come essere studente, tirocinante o registrato a un centro per l'impiego. Per i figli con disabilità non ci sono limiti di età: l'assegno continua a essere erogato senza vincoli temporali.
L'importo, però, non è uguale per tutti: il calcolo dipende infatti principalmente dall'ISEE della famiglia: più basso è il reddito, maggiore sarà la somma mensile. Anche l'età e il numero dei figli influenzano l'importo: a partire dal terzo figlio, infatti, la somma riconosciuta aumenta progressivamente. Infine, eventuali disabilità dei figli danno diritto a maggiorazioni fisse, che si aggiungono all'assegno base. In pratica, una famiglia con un ISEE di 16mila euro e due figli piccoli riceverà un importo più alto rispetto a un'altra famiglia con lo stesso numero di figli ma un ISEE di 40mila euro, perché l'assegno è calibrato sulla capacità economica del nucleo familiare.
A chi spetta l'Assegno Unico: i requisiti per richiederlo
Per accedere all'Assegno unico non contano né il tipo di contratto né il reddito da lavoro. L'unico requisito è risiedere stabilmente in Italia e trovarsi in una delle seguenti condizioni:
- cittadino italiano o UE;
- familiare di cittadino UE con diritto di soggiorno;
- titolare di permesso di soggiorno di lungo periodo;
- soggetto al pagamento dell'IRPEF in Italia.
Perché nel 2026 cambiano importi e fasce ISEE
L'assegno unico verrà aggiornato anche per il 2026 seguendo l'indice FOI, che misura l’aumento del costo della vita per le famiglie di operai e impiegati.
Per il prossimo anno, l'indice FOI è stato fissato a +1,4%, quasi il doppio rispetto al +0,8% del 2025; questo significa importi leggermente più alti e fasce ISEE leggermente più ampie, con conseguenze pratiche per molte famiglie.
Come cambiano le fasce ISEE
Le fasce ISEE stabiliscono l'importo dell'Assegno unico spettante alle famiglie: più basso è l'ISEE, più elevata è la somma mensile. Con l'aggiornamento previsto per il 2026, tutte le fasce si "allargano", cioè i limiti di reddito per ciascuna fascia aumentano leggermente. Ad esempio, la prima fascia, la più favorevole, passa da 17.227 euro a circa 17.468 euro, mentre il tetto massimo oltre il quale spetta solo l’importo minimo sale a 46.583 euro.
In pratica, una famiglia con un ISEE di 17.300 euro che nel 2025 rientrava nella seconda fascia, nel 2026 tornerà nella prima fascia. Di conseguenza riceverà un assegno più alto, senza che cambi il suo reddito.
Le maggiorazioni: cosa resta uguale e cosa cambia
Alcune maggiorazioni non dipendono dall'ISEE e resteranno quindi invariate: i figli non autosufficienti continueranno a ricevere 122,3 euro al mese, quelli con disabilità grave 110,6 euro, quelli con disabilità media 99,1 euro, mentre le madri under 21 otterranno 23,3 euro aggiuntivi.
Altre maggiorazioni, invece, continuano a dipendere dall'ISEE: ad esempio, dal terzo figlio in poi si possono ricevere fino a 99,1 euro al mese nelle fasce più basse, mentre il secondo percettore di reddito può aggiungere fino a 34,9 euro mensili. Nelle fasce ISEE più alte, invece, questi importi sono progressivamente ridotti.
Quando arriveranno gli aumenti
L'INPS aggiorna formalmente gli importi a gennaio, ma la prima mensilità rivalutata viene di solito corrisposta a febbraio, includendo anche i conguagli di gennaio; questo ritardo è normale, perché occorre ricalcolare tutti gli assegni sulla base del nuovo indice FOI.
Cosa succede se non si aggiorna in tempo l'ISEE
L'ISEE 2025 scade il 31 dicembre 2025. Chi non presenta un nuovo ISEE, a partire da marzo 2026 riceverà automaticamente l’importo minimo, pari a circa 58 euro; presentando l'ISEE entro il 28 febbraio 2026, anche l'assegno di marzo sarà calcolato correttamente.
Se l'ISEE viene aggiornato più tardi, ad esempio ad aprile, a marzo si riceverà l'importo minimo, mentre dall’assegno di maggio arriverà quello corretto, comprensivo degli arretrati di marzo e aprile.
DSU semplificata: come velocizzare la procedura
L'INPS mette a disposizione poi strumenti per rendere più rapida la compilazione della nuova DSU: la DSU precompilata, che inserisce automaticamente dati fiscali e patrimoniali; la DSU "mini", pensata per nuclei familiari semplici; e l'app INPS Mobile, che consente di inviare la DSU direttamente dallo smartphone.