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A che punto è il referendum sui matrimoni egualitari: 200mila firme in una settimana

La campagna di raccolta firme per il referendum sui matrimoni egualitari è partita da una settimana, ed è vicina alle 200mila sottoscrizioni. Il quesito cambierebbe la legge Cirinnà per eliminare tutte le differenze legali tra unioni civili e matrimoni.
A cura di Luca Pons
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Il referendum per il matrimonio egualitario in Italia è partito, e in una settimana ha raccolto quasi 200mila firme. Il quesito propone di modificare la legge Cirinnà del 2016, sostanzialmente cancellando le distinzioni legali tra unioni civili e matrimoni. Il testo è disponibile sul sito dedicato gestito dal ministero della Giustizia, dove si può firmare accedendo con Spid o Carta d'identità elettronica.

In un periodo in cui ad attirare l'attenzione sono i referendum dell'8 e 9 giugno su cittadinanza e lavoro, quindi, è partita un'altra iniziativa che fa appello ai cittadini. I promotori del referendum, del comitato "Uguali!" sono ottimisti e hanno detto a Fanpage.it che puntano a raggiungere le 500mila firme già nei prossimi giorni, per poi continuare a promuovere l'iniziativa e eventualmente superare anche il milione di sottoscrizioni.

Cosa dice il referendum sui matrimoni egualitari e le unioni civili: il testo

Il testo della proposta di referendum è il seguente:

Volete Voi che sia abrogata la legge 20 maggio 2016, n. 76, «Regolamentazione delle unioni civili tra persone dello stesso sesso e disciplina delle convivenze», limitatamente a:

Art. 1, comma 20, con riferimento alle parole: «La disposizione di cui al periodo precedente non si applica alle norme del codice civile non richiamate espressamente nella presente legge, nonché alle disposizioni di cui alla legge 4 maggio 1983, n. 184.»;

Art. 1, comma 21, integralmente;

Art. 1, comma 22, integralmente;

Art. 1, comma 23, integralmente;

Art. 1, comma 24, integralmente;

Art. 1, comma 25, integralmente;

Art. 1, comma 26, integralmente.

Concretamente quindi si andrebbe a intervenire sulla legge Cirinnà, risalente al 2016, che ha introdotto in Italia le unioni civili. Il comma 20, che verrebbe modificato, afferma che le unioni ‘valgono' come matrimoni solamente in alcuni casi, cioè quelli stabiliti esplicitamente dalla legge. In tutti gli altri casi, tra cui le adozioni, le unioni civili non sono quindi considerati alla pari dei matrimoni. I commi successivi, dal 21 al 26, aggiungono ulteriori dettagli sulla differenza tra le due cose.

L'intenzione dei promotori del referendum è cancellare questi passaggi. Il risultato – va chiarito – non sarebbe la nascita di veri e propri matrimoni egualitari. Per introdurli bisognerebbe varare una nuova legge, cosa che un referendum non può fare. Tuttavia, si arriverebbe a un risultato molto simile: la possibilità di contrarre unioni civili che, legalmente, non avrebbero più nessuna differenza con i matrimoni.

Come va la raccolta firme

Il referendum era stato lanciato a metà aprile, con la presentazione degli obiettivi. La raccolta firme sul portale digitale del ministero è partita la sera del 5 maggio. Da quel momento, in poco meno di sette giorni le adesioni sono state più di 180mila. Si tratta comunque di meno della metà di quelle necessarie.

La legge prevede che servano 500mila firme, e queste vanno raccolte in novanta giorni a partire da quando viene ufficializzata la prima. Perciò, tecnicamente, c'è tempo fino al 3 agosto per raggiungere l'obiettivo. È noto, però, che le adesioni alle campagne di questo tipo spesso vivono di alti e bassi: un periodo di entusiasmo iniziale può essere seguito da un calo dell'attenzione. A maggior ragione in estate, quando in generale i cittadini tendono a concentrarsi meno sui temi politici. Per questo, gli organizzatori sperano di raggiungere la soglia in pochi giorni, e poi magari arrivare anche oltre.

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