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8 per mille, sempre meno italiani scelgono la Chiesa cattolica: quanti soldi ha incassato

Sempre meno italiani scelgono di dare l’8 per mille alla Chiesa cattolica. Secondo i dati pubblicati dal Mef relativi alle dichiarazioni dei redditi effettuate nel 2021, appena il 69,5% ha scelto la Cei, che quest’anno ha incassato circa 429 milioni di euro, in calo rispetto agli anni precedenti. Nel 2010 infatti, la quota di italiani che dava il proprio 8 per mille alla Chiesa toccava l’82%.
A cura di Giulia Casula
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Sempre meno italiani scelgono di dare l'8xmille alla Chiesa cattolica. A confermarlo sono i dati pubblicati sul sito del Dipartimento delle Finanze relativi alle erogazioni dell’otto per mille dell’Irpef nell’anno 2025, sulla base delle scelte espresse dai contribuenti nella dichiarazione dei redditi per il 2021. Nel documento sono disponibili anche i dati provvisori sulla base delle dichiarazioni effettuate nel 2022 e 2023, i cui fondi verranno distribuiti rispettivamente nel 2026 e 2027. Dalle statistiche emerge che il calo del numero di italiani che decide di destinare la propria quota alla Chiesa cattolica: nel 2025 si ferma al 69,5% e scende ancora nei due anni successivi, fino al 66,2%.

Che cos'è l'8xmille e come funziona

L'otto per mille è una parte di imposta sui redditi delle persone fisiche (Irpef), che i contribuenti possono scegliere di attribuire, nel momento in cui si effettua la dichiarazione dei redditi, allo Stato italiano oppure a un'istituzione religiosa tra quelle che hanno stipulato un'intesa. In tutto, le Confessioni che è possibile selezionare per l'8xmille sono dodici: la Chiesa Cattolica, l’Unione italiana delle Chiese Cristiane Avventiste del 7° giorno, Assemblee di Dio in Italia, la Chiesa Evangelica Valdese, la Chiesa Evangelica Luterana in Italia, l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, la Sacra Arcidiocesi ortodossa d’Italia ed Esarcato per l’Europa Meridionale, la Chiesa apostolica in Italia, l’Unione Cristiana Evangelica Battista d’Italia, l’Unione Buddhista Italiana, l’Unione Induista Italiana, l'Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai (IBISG) e l’Associazione “Chiesa d’Inghilterra”.

Dal 1985 anche lo Stato partecipa all'8xmille e dal 2019 il contribuente ha la possibilità di esprimersi su quale tipo di intervento finanziare con la propria quota tra: fame nel mondo, calamità, edilizia, beni culturali, recupero da tossicodipendenze e altre dipendenze patologiche e ‘altro'. A queste scelte si aggiungono il 5xmille, che può essere devoluto per finalità di interesse sociale, e il 2xmille in favore di un partito politico.

Quanti italiani hanno scelto di dare l'8xmille alla Chiesa cattolica

Sono sempre meno gli italiani che scelgono la Chiesa cattolica per il loro 8xmille, a fronte invece di una crescita di coloro che scelgono di destinarlo allo Stato. Secondo le dichiarazioni dei redditi del 2021, i cui fondi vengono ripartiti quest'anno, il 24,6% dei contribuenti ha optato per lo Stato, per un totale di 152 milioni di euro, in aumento rispetto all'anno precedente, quando la percentuale si era attestata 24%. Il 69,5% invece ha scelto la Cei, la Conferenza episcopale Italiana, che quest'anno ha incassato oltre 429 milioni di euro. Una cifra significativa ma comunque in calo rispetto all'anno precedente, confermando il trend negativo dell'ultimo decennio.

Basti pensare che nel 2010 erano stati in totale l'82% gli italiani che aveva scelto la Chiesa cattolica, contro un 13% circa di coloro che avevano selezionato lo Stato. E secondo i dati provvisori della dichiarazioni del 2022 e 2023, nei prossimi due anni la Chiesa incasserà ancora meno. Per il 2026, la quota di contribuenti che opta per la Cei scende al 67,3% e tocca il 66,2% nel 2027.

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