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Poletti: “Calcetto metafora della relazione sociale”. Lega “Pallone gonfiato, si dimetta”

Il ministro del Lavoro ha definito “una stupidaggine sintetizzare in una riga due ore di confronto e dialogo con i ragazzi” e che “vale molto studiare, imparare e conoscere e vale altrettanto avere una buona relazione con la collettività, vivere con gli amici”. E intanto le opposizioni chiedono le dimissioni.
A cura di Claudia Torrisi
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Il ministro del lavoro Giuliano Poletti
Il ministro del lavoro Giuliano Poletti

"Rottamamare la meritocrazia? È una stupidaggine sintetizzare in una riga due ore di confronto e dialogo con i ragazzi in cui avevamo parlato di alternanza scuola-lavoro, delle esperienze che questi ragazzi hanno fatto e del quanto valga insieme al sapere, che è ovviamente essenziale, anche l'essere, cioè le cose che le persone fanno, il volontariato, il servizio civile". Ha ribadito il suo pensiero il ministro del Lavoro Giuliano Poletti, all'indomani delle polemiche che hanno accompagnato la frase pronunciata durante un incontro con gli studenti a Bologna: "Il rapporto di lavoro è prima di tutto un rapporto di fiducia. È per questo che lo si trova di più giocando a calcetto che mandando in giro il proprio  curriculum".

Poletti oggi è tornato sulla sua dichiarazione. "Questo è il senso delle cose – ha detto – e io credo che questo senso sia profondamente vero: vale molto il sapere e vale molto l'essere. Vale molto studiare, imparare e conoscere e vale altrettanto avere una buona relazione con la collettività, vivere con gli amici. Io incontro molte persone che si occupano di reclutamento di personale nelle imprese e tutti mi dicono che cercano di capire chi sono questi ragazzi e poi chiedono loro cosa sanno. Il calcetto, se volete, è la metafora della relazione sociale".

Intanto la Lega Nord ha chiesto le dimissioni del ministro del lavoro, definito "pallone gonfiato" e invitato ad "andare lui a giocare a calcetto, non i nostri giovani". In Aula al Senato sono stati mostrati cartelli e il capogruppo el Carroccio, Gian Marco Centinaio, si è rivolto direttamente al ministro del Lavoro: "Chiedo le dimissioni del ministro Poletti alla luce delle sue dichiarazioni di ieri, confermate oggi, rivolte ai giovani italiani, invitandoli ad andare a giocare a calcetto anzichè inviare curricula per trovare lavoro. Poletti è lo stesso ministro che aveva umiliato i giovani italiani emigrati per andare a lavorare all'estero, dicendo che "certe persone è meglio non averle tra i piedi. Sembra proprio che non abbia voglia di restare al suo posto!". Centinaio ha quindi mostrato un pallone blu, sostenendo di volerlo regalare a Poletti "per non essere un pallone gonfiato davanti agli italiani". Altri senatori del gruppo hanno mostrato cartelli con scritto "Ministro, chiedi scusa!".

Già ieri le opposizioni avevano duramente attaccato il ministro del Lavoro. "Un calcio in faccia ai molti giovani disoccupati: ormai è da cartellino rosso", hanno dichiarato i deputati del M5s, mentre Antonio Misiani del Partito Democratico ha definito "discutibili le affermazioni del ministro, soprattutto se pronunciate da chi di lavoro si deve occupare istituzionalmente: se Poletti voleva fare dell’ironia, l’hanno capita veramente in pochi". L'onorevole di Mdp Arturo Scotto ha twittato: "Caro Poletti, il lavoro non si conquista con il calcetto, anche perché tu da ministro non hai dimostrato di essere Maradona".

In serata, Poletti aveva dichiarato: " Vedo che si stanno strumentalizzando alcune frasi che ho pronunciato in occasione di un incontro con gli studenti di una scuola di Bologna per parlare di alternanza scuola-lavoro e che gli studenti hanno compreso e condiviso nel loro significato. Per questo voglio chiarire che non ho mai sminuito il valore del curriculum e della sua utilità. Ho sottolineato l’importanza di un rapporto di fiducia che può nascere e svilupparsi anche al di fuori del contesto scolastico. E quindi dell’utilità delle esperienze che si fanno anche fuori dalla scuola".

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