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“Picchiata, rinchiusa in casa e costretta a fare sesso in cambio del cibo per mia figlia”

L’incubo raccontato in tribunale da una donna maltrattata per due anni dal suo ex compagno anche davanti alla sua bambina. L’uomo, un 46enne residente nella provincia di Pisa, è accusato di violenza sessuale, maltrattamenti in famiglia, lesioni e violenza privata.
A cura di Susanna Picone
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Picchiata, umiliata, costretta a fare sesso, costretta anche una sera d’estate a camminare a piedi nudi su un percorso di ciottoli, come in una personale via Crucis. È l’incubo che una donna di 43 anni ha raccontato in aula, nel corso del processo davanti ai giudici del primo collegio del tribunale di Pisa in cui l’imputato è il suo ex compagno. Un uomo di 46 anni residente nella provincia di Pisa che deve rispondere di violenza sessuale, maltrattamenti in famiglia, lesioni e violenza privata. Sono i quotidiani locali a ricostruire nei dettagli l’incubo che la donna ha vissuto negli ultimi due anni e che ha trovato il coraggio di raccontare in aula. Una donna che si sentiva prigioniera di se stessa e immobilizzata dalla paura e dai sensi di colpa per sua figlia, a cui avrebbe voluto dare un padre. Un uomo che però l’avrebbe costretta a fare sesso in cambio dei soldi con cui comprare da mangiare alla sua bambina, costretta anche ad assistere alle botte.

Le violenze iniziate pochi mesi dopo il loro primo incontro – Tutto è iniziato in una sala da ballo, dove i due si sono conosciuti: “Lasciai il mio lavoro per lui. Mi propose di aprire un locale, ero separata, sapevo che sarebbe stata una scommessa. Il mio ex marito non mi passava gli alimenti, dovevo accudire la bimba. Ma ci provai, per qualche mese è andata abbastanza bene, poi…”. Poi, pochi mesi dopo quel primo incontro, le “attenzioni” dell’uomo si sarebbero trasformate in violenze, in possesso. “Una volta eravamo al locale – ha raccontato lei – avevo sbagliato un'operazione. Diventò una furia, succedeva sempre quando beveva e si faceva di cocaina. Mi portò di forza nel piazzale, mi fece cadere trascinandomi sulla ghiaia”, così ricordando forse la prima volta che per colpa di quell’uomo è finita in ospedale.

"Mi fece percorrere il sentiero che portava alla villa a piedi nudi" – “Denigrava tutto quello che facevo. Mi dava botte, a volte mi prendeva per il collo, come per strozzarmi, anche di fronte alla bambina, ero piena di lividi, fuori e dentro. Ero completamente soggiogata, oggi lo so”, così ancora la donna in aula ricordando che, avendole tolto tutto, lei non aveva più neppure la sua indipendenza economica. Agghiacciante anche il racconto della “via Crucis”: “Avevamo litigato, lui era furioso, un mostro. Mi fece percorrere il sentiero che portava alla villa a piedi nudi. E non era d'asfalto né sterrato, ma crepitante di ciottoli appuntiti, le pietre mi ferirono, caddi, mi rialzai, ero insanguinata. Fu una via crucis. E a un certo punto anche lui si tolse le scarpe, voleva dimostrarmi che soffriva con me, la mia punizione era la sua”.

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