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Piastrelle tossiche fatte con rifiuti pericolosi, maxi sequestro della Guardia di Finanza

Le piastrelle, importate dalla Cina ma vendute anche a catene della grande distribuzione, secondo le analisi contengono arsenico, nichel, piombo e cromo ma anche rifiuti tossici.
A cura di Antonio Palma
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Scoperta shock da parte degli uomini della Guardia di Finanza  coordinati dalla Procura della Repubblica di Enna. Sul mercato italiano, dopo essere già state stoccate in magazzino, stavano per approdare migliaia di piastrelle tossiche e pericolose per la salute dei consumatori. Importate dalla Cina, le piastrella, denominate Pureblack, contenevano materiali quali arsenico, nichel, piombo e cromo in quantità tali da costituire pericolo per la salute pubblica, come dimostrato dalle analisi dell'Arpa. Di solito queste sostanze, anche se presenti in minima parte, vengono "sigillate" all'interno della piastrella con un processo di vetrificazione dovuto alle altissime temperature di cottura ma, secondo l'accusa, in questo caso l'iter di produzione non sarebbe stato regolare e le sostanze tossiche erano pericolosamente affiorate in superficie.

Non solo, secondo gli esami, durante la lavorazione, nelle piastrelle sarebbe stato inserito "verosimilmente un preparato (probabilmente un rifiuto pericoloso) estraneo alla sua formulazione" che aumenterebbe ancora di più  "la pericolosità del manufatto". "L'esposizione delle persone alle polveri generate dal calpestio" delle mattonelle può essere "causa di danno, nel lungo periodo, alla salute delle persone", anche per il sospetto che "nel ciclo produttivo che ha generato la mattonella siano stati inseriti rifiuti pericolosi", scrivono dall'Arpa. Anche per questo l'Istituto superiore di sanità, attivato dal ministero della Salute, segnala "possibili rischi per la salute dei consumatori".

Le Fiamme Gialle in particolare hanno individuato due lotti delle mattonelle incriminate provvedendo al loro sequestro.  Il primo lotto era stato importato dalla Cina  una società di Mascalucia (Catania), il cui amministratore è stato denunciato a piede libero, e poi rivendute ad altri negozianti di tutta la Sicilia, ignari della pericolosità del prodotto. Un secondo lotto, sempre a Mascalucia, proveniva invece da Sassuolo (Modena), dove una società, il cui responsabile legale è stato denunciato, l'aveva importato dalla Cina e venduto in tutta Europa, anche a catene di grande distribuzione.

Secondo gli accertamenti, coordinati dal procuratore Massimo Palmeri e dal sostituto Augusto Rio, i due lotti sequestrati erano stati prodotti da due diverse aziende della regione del Guangdong, nel sud della Cina, con identici stampi. Le Fiamme gialle sono riuscite a risalire a tutti gli esercizi commerciali cui erano state vendute le Piastrelle e hanno sequestrato circa 7.000 pezzi in 15 operazioni diverse prima che venissero commercializzati. Le Fiamme gialle hanno anche rintracciato altri due lotti venduti in Europa provvedendo a informare le autorità locali.

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