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Pensione a 67 anni, Camusso: “Accordo con Governo ancora molto lontano”

“Accordo ancora lontano” così ha risposto oggi Susanna Camusso sullo stato dell’arte del tavolo con il Governo sulle pensioni. In particolare l’oggetto della discussione sarà la modifica del meccanismo di calcolo che porta ad adeguare l’età pensionabile all’aspettativa di vita. Il primo incontro è previsto per lunedì.
A cura di Annalisa Cangemi
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In previsione dell'incontro del prossimo lunedì con il Governo, per tentare di disinnescare il meccanismo dell'aspettativa di vita, il segretario generale della Cgil Susanna Camusso, ha detto però che "L'accordo è molto lontano". Il 6 novembre sarà quindi un accordo molto tecnico, "In cui si conosceranno le cifre concrete e le intenzioni reali". Ha spiegato che si sonderà "La possibilità di vedere se ci sono le condizioni per cambiare il meccanismo rispetto alle aspettative di vita e individuare quali sono lavori diversi che non consentono un infinito prolungamento del tempo di lavoro e dell'età di lavoro". In caso di un mancato accordo, ha detto oggi la Camusso a Bari, "C'è sempre l'iter parlamentare della manovra e quindi il rapporto col Parlamento, e poi esiste sempre l'iniziativa sindacale", ovvero gli scioperi. Il segretario della Cgil era già intervenuta sull'innalzamento della soglia per andare in pensione, definendolo una "follia".

L'ipotesi su cui governo e sindacati ragioneranno è quella di un diverso meccanismo di calcolo con uno scatto più soft. Si discuterà poi dell'idea di bloccare l'innalzamento dell'età pensionabile a 67 anni dal 2019 non solo per i lavori gravosi ma per tutto il bacino dell'Ape social, che comprende anche i disoccupati senza ammortizzatori da almeno tre mesi. Un altro punto da chiarire sarà l'ipotesi di prorogare l'Ape social, che scade nel 2018.

Il governo sta infatti valutando se escludere alcune categorie di lavoratori che svolgono attività molto usuranti, tra cui macchinisti e parte del personale ferroviere, minatori, insegnanti di scuole materne e asili, operai edili addetti alle gru, scavatrici o manutentori di edifici, i conciatori, i camionisti, i lavoratori impegnati in turni di facchinaggio, alcune tipologie di infermieri, gli operatori ecologici e le badanti che assistono persone non autosufficienti.

Sul tavolo, come concordato, ci dovrà essere non solo l'esenzione per alcune categorie di lavoratori quindi, ma anche la revisione del meccanismo che collega l'aspettativa di vita all'uscita dal lavoro.

E intanto si sono distesi i rapporti con il Pd. Il vicesegretario del Pd Maurizio Martina è ottimista sulla possibilità di raggiungere un'intesa: "Bene il tavolo di confronto tra governo e sindacati sulle pensioni. Il principio dell'adeguamento dell'età pensionabile alle aspettative di vita va certamente salvaguardato; noi abbiamo posto un tema molto serio legato alle condizioni di lavoro degli impieghi gravosi, perché non tutte le mansioni sono uguali. C'è da fare una riflessione anche sulle modalità di calcolo, come dicono diversi esperti della materia". 

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