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Partorisce e nasconde la figlioletta morta in una scatola di scarpe per 6 giorni: “Avevo paura”

In questi si è aperto il processo di fronte alla Corte di Bradford, in Regno Unito, nei confronti di Ayesha Tariq, 23enne di origini musulmane. Quattro anni fa, la giovane mise al mondo una bimba e poi la nascose in un contenitore che poi tenne in casa per quasi una settimana. Non è chiaro se la piccola fosse nata viva.
A cura di B. C.
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Dopo aver partorito da sola, ha nascosto il corpicino della sua bimba in una scatola per scarpe per ben sei giorni. In questi giorni si sta tenendo il processo alla Corte di Bradford nei confronti di Ayesha Tariq, che ora ha 23 anni. La giovane, inglese di origini musulmane, è pero scoppiata in lacrime, rifiutandosi di rispondere alle 36 domande relative alle circostanze della nascita della figlia. Ayesha aveva 19 anni quando il 26 febbraio 2013 partorì nella sua casa di Keighley, nel West Yorkshire, dopo una gravidanza che aveva tenuta nascosta alla sua famiglia perché "spaventata e imbarazzata". Non è chiaro se la piccola era viva quando è venuta al mondo; il corpicino è stato poi lasciato nella scatola per sei giorni – prima sotto un letto e poi nel bagagliaio di un'auto.

Ayesha ha riferito che la sua bambina “non piangeva e non si muoveva” e così ha deciso di metterla “a faccia in giù” in un contenitore per scarpe che ha poi nascosto sotto il suo letto. Dopo tre giorni sua madre, Tasleem Akhtar, allertata dal cattivo odore proveniente dalla stanza, ha fatto la scoperta choc. Secondo le ricostruzioni, le due donne avrebbero quindi messo la scatola nel bagagliaio della sua auto e, tre giorni dopo, hanno deciso di consegnarla ai medici del Airedale General Hospital. "Non l'ho detto niente nessuno. Avevo troppa paura e vergogna. Ma ogni giorno volevo chiedere aiuto a qualcuno” si è limitata a riferire la 23enne.

La patologa Kirsten Hope ha affermato che non ci sarebbero prove fisiche di asfissia, sebbene questo non possa escludere il soffocamento della bambina dopo che la madre l’ha messa a faccia in giù nella scatola. Allo stesso modo, però, come detto, non è chiaro se la piccola fosse nata viva. La madre di Ayesha ha provato a giustificare la figlia, adducendo che non avrebbe detto alla famiglia del suo fidanzato perché "non è quello che facciamo. Non è culturalmente accettabile”. Secondo l'inchiesta, la ragazza inizialmente avrebbe dichiarato alla polizia di essere stata violentata, per poi rivelare che aveva mentito.

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