Paolo Romani: “Fincantieri non si chiude”. Ma la protesta a Sestri e a Castellammare va avanti
Continua a tenere banco il caso Fincantieri. Oggi il Ministro dello sviluppo economico Paolo Romani ha rassicurato i lavoratori del gruppo, sostenendo che fino a quando non verranno trovate "ipotesi di riconversione e di ristrutturazione condivise i cantieri Fincantieri non si chiudono". Un messaggio di distensione quindi, col quale Romani si affretta anche a ricordare che su Sestri (dove ha sede lo stabilimento genovese) "è in atto un accordo di programma che vale 300 milioni, condiviso anche dalla Regione Liguria e dal Comune di Genova". Gli operai della Fincantieri, però, hanno continuato anche oggi le loro proteste. I lavoratori di Castellammare di Stabia hanno dato vita a un sit in, bloccando la stazione ferroviaria di Pompei. La manifestazione ha provocato l'interruzione momentanea del servizio lungo la tratta costiera che collega Napoli a Salerno con pesanti disagi per i viaggiatori.
Dopo il sit in, i dimostranti si sono recati al santuario di Pompei, dando vita a un piccolo corteo che, a ritmo di slogan, una volta giunto dinnanzi al santuario, si è raccolto in preghiera invocando l'aiuto della Madonna per venire a capo della situazione. Si può dire però che, rispetto alle vibranti proteste di ieri che hanno indotto il sindaco a invocare l'aiuto dello Stato, oggi gli operai hanno espresso il proprio malcontento in una maniera molto più composta.
Anche a Genova la protesta va avanti: blocco delle merci e scioperi a rotazione di due ore sono le iniziative dei lavoratori. Nel capoluogo ligure si sono schierati a fianco degli operai di Fincantieri anche i commercianti, che domani, in Piazza Baracca di Sestri Ponente, manifesteranno al loro fianco. L'associazione dei commercianti Ascom ha acquistato alcuni spazi pubblicitari su alcuni quotidiani per chiamare a raccolta tutti genovesi in vista della manifestazione di domani. Insomma l'aria che si respira a Sestri e Castellammare diventa sempre più pesante e le proteste, nonostante le timide rassicurazioni della politica locale e nazionale, non si fermeranno sicuramente qui.