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“Padre Dall’Oglio visto vivo in Siria”, Farnesina per ora non conferma

Padre Paolo Dall’Oglio, scomparso in Siria a luglio 2013, sarebbe stato visto vivo in una prigione dello Stato islamico ad al-Tabqa, nella provincia di Raqqa. Lo riferisce l’Osservatorio siriano per i diritti umani.
A cura di Susanna Picone
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Padre Paolo Dall'Oglio, il religioso scomparso in Siria nel luglio del 2013, sarebbe stato visto vivo in una prigione dello Stato islamico ad al-Tabqa, nella provincia nordorientale di Raqqa, in Siria. A dirlo è l'Osservatorio siriano per i diritti umani, spiegando di averlo saputo da un disertore dell'Isis, che ha assicurato di avere visto il gesuita prima della sua diserzione, avvenuta a settembre scorso per motivi ideologici e religiosi.  L’Osservatorio ha riferito inoltre che lo stesso disertore dell’Isis che ha dato l’informazione su Dall’Oglio ha comunicato che i jihadisti hanno incaricato uno dei loro combattenti di uccidere il direttore dell’Osservatorio stesso, Rami Abderrahman, che accusano di “apostasia e di diffondere menzogne e ingannare i musulmani”. A proposito del gesuita, qualche giorno fa il patriarca dei Caldei mons. Louis Rapahel Sako si è detto convinto che “padre dall'Oglio sia ancora vivo: lui sa muoversi, conosce l'Islam, parla arabo, sa come rapportarsi con queste persone”.

Farnesina per il momento non conferma – Il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, non ha potuto confermare le voci secondo cui il gesuita sarebbe stato visto vivo ma ha fatto sapere di considerare queste notizie come uno stimolo a continuare a cercare il religioso. “Non abbiamo conferma per il momento e non siamo in grado di verificare l’attendibilità di queste voci diffuse sulla rete”, ha spiegato il titolare della Farnesina, a margine della conferenza Osce con i Paesi del Mediterraneo a Sweimeh, in Giordania. Gentiloni ha ricordato che purtroppo in passato notizie simili si sono rivelate infondate “tuttavia non abbiamo mai smesso di cercare e lavorare in tutte le direzioni e dunque queste voci o notizie cui incoraggiano ulteriormente a proseguire nell’attività dell’Unità di crisi e dell’intelligence che non si sono mai interrotte”.

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