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Padova, gli diagnosticano il mal di schiena: esce dal pronto soccorso e dopo 4 ore muore

Dimesso con la diagnosi di lombosciatalgia irritativa in ernia discale, il 39enne Michele Giaccarello si è sentito male a casa ed è morto prima dell’arrivo dei soccorsi. Sul caso l’Usl euganea ha aperto un’istruttoria e avviato un’indagine interna per capire se ci sia stato un errore medico o se si sia trattato di una tragica fatalità.
A cura di Susanna Picone
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Michele Giaccarello, autotrasportatore e membro degli alpini di 39 anni residente a San Pietro Viminario, piccolo comune situato nella Bassa padovana, si è sentito male domenica mattina presto ed è morto poche ore dopo essere stato visitato al pronto soccorso e dimesso con una diagnosi di mal di schiena. A ricostruire la vicenda sono i quotidiani locali. Da quanto emerso, il trentanovenne si è svegliato presto domenica mattina e ha detto alla fidanzata che non aveva più sensibilità alla gamba sinistra oltre ad avere una fortissima sudorazione. La donna lo ha portato subito al pronto soccorso più vicino, quello di Schiavonia, dove la coppia è arrivata intorno alle 8 del mattino. All’uomo è stato attribuito un codice verde ma è stato visitato dopo appena una decina di minuti d’attesa. Durante la visita il paziente ha detto al medico di aver sofferto di ernia del disco, patologia che forse poteva spiegare quel dolore, quindi è stato sottoposto a Tac lombo-sacrale e a una visita ortopedica. Nel frattempo gli hanno dato del Toradol e del Bentelan per lenire il dolore. Dopo cinque ore, verso l’una e mezza di domenica, l’uomo è stato dimesso con la diagnosi di lombosciatalgia irritativa in ernia discale. Insomma, secondo i medici che lo hanno visitato aveva un forte mal di schiena.

La tragedia a casa – Tornato a casa, Giaccarello ha continuato a star male. Il dramma nel pomeriggio: intorno alle 18.30 l’uomo ha perso conoscenza e la fidanzata ha chiamato subito l’ambulanza. Sul posto è arrivato anche l’elisoccorso ma per l’uomo non c’è stato nulla da fare. Michele è morto nel suo letto prima dell’arrivo dei soccorsi. E ora i familiari, sotto choc, accusano i medici che non avrebbero riconosciuto i sintomi di un malore letale rimandando il paziente a casa con una diagnosi sbagliata. Michele non soffriva di particolari patologie ma, secondo i familiari, aveva la pressione alta. Il padre inoltre era morto sei mesi prima di infarto, probabilmente la stessa causa di morte del figlio. Sul caso l’Usl euganea ha aperto un’istruttoria e avviato un’indagine interna per capire se ci sia stato un errore medico o se si sia trattato di una tragica fatalità.

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