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Nuove minacce a Di Matteo. Riina: “E’ tutto pronto, lo faremo in modo eclatante”

Il boss Totò Riina ha pronunciato questa frase in carcere. Si riferirebbe a un attentato che la mafia starebbe organizzando. Allertato il ministero degli interni.
A cura di Davide Falcioni
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Il pubblico ministero della trattativa stato-mafia Nino Di Matteo nel mirino della mafia, che starebbe organizzando un attentato per farlo fuori. E' quanto emerge dall'ultima, eclatante, minaccia pronunciata da Totò Riina qualche giorno fa e udita da un secondino. Il boss ha detto: "E' tutto pronto, e lo faremo in modo eclatante". La minaccia è stata giudicata attendibile dal procuratore di Palermo Francesco Messineo e quello di Caltanissetta Sergio Lari che, dopo aver parlato con Di Matteo, due giorni fa sono volati a Roma ed hanno avvertito il ministro dell'Interno Angelino Alfano, come prevede una norma del codice di procedura penale in presenza di fatti che possono provocare grave allarme sociale e problemi di ordine pubblico. A sua volta il Viminale ha avvisato il capo della Polizia Pansa, che avrebbe valutato la possibilità che Di Matteo rinunciasse alla trasferta a Milano, prevista per domani, dove nell'ambito del processo stato-mafia interrogherà il pentito Giovanni Brusca.

Riina, inoltre, avrebbe parlato durante l'ora d'aria con un uomo della Sacra Corona Unita, che avrebbe detto a proposito di Di Matteo: "Lo vogliono trasferire in una località segreta per motivi di sicurezza". "Sempre al processo deve venire", avrebbe replicato Riina. Secondo gli investigatori il riferimento sarebbe stato all'udienza di domani. Franco Roberti, procuratore nazionale antimafia, ha confermato l'alto livello di allarme intorno a Di Matteo: "Il detenuto Riina manifesta odio e vendetta contro i magistrati siciliani", ha detto a Reggio Calabria nella prima delle audizioni programmate dalla commissione antimafia.

In merito alle minacce a ìl pm della trattativa stato-mafia è intervenuto anche il ministro Cancellieri, secondo cui "le notizie relative alle minacce a Di Matteo o ad altri magistrati non sono passate attraverso l’amministrazione" penitenziaria. "Nell’ambito dell’attività svolta dal Dap – ha aggiunto – non risultano elementi espliciti di minacce da Riina nei confronti di magistrati. Tutti i documenti in nostro possesso sono stati comunque portati all’attenzione del Procuratore antimafia".

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