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Nozze gay all’estero, il Consiglio di Stato: “Le trascrizioni in Italia sono illegittime”

Per il Consiglio di Stato la legge italiana prevede un requisito essenziale: la differenza tra i sessi.
A cura di Antonio Palma
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No alle trascrizioni in Italia delle nozze gay celebrate all’estero. E' questa la decisione del Consiglio di Stato sui matrimoni tra persone dello stesso sesso celebrati e poi trascritti in Italia nei registri di alcuni comuni come Roma Napoli e Milano. Per i giudici le trascrizioni sono illegali perché alla coppia formata da persone dello stesso sesso manca un requisito essenziale che definiscono «ontologico»: la diversità fra i sessi. In poche parole i giudici sottolineano il fatto che ad oggi nel nostro ordinamento giuridico il presupposto delle nozze è la differenza di sesso tra i partner quindi ogni altra forma non può essere equiparata ad un matrimonio, né una legge europea può valere nel nostro Paese se in conflitto con l'ordinamento italiano. Le coppie gay infatti in molti casi si erano appellate a un diritto europeo superiore a quello italiano, ma il Consiglio di Stato ricorda che "non appare in definitiva configurabile allo stato del diritto convenzionale europeo e sovranazionale un diritto fondamentale al matrimonio omosessuale".

Il consiglio di stato dunque boccia la sentenza del Tar del Lazio che, accogliendo il ricorso presentato dal Codacons, bocciava la circolare Alfano sulle trascrizioni dei matrimoni tra coppie omosessuali contratti all'estero e gli atti dei Prefetti che avevano annullato le trascrizioni registrate dai sindaci. Il Consiglio di Stato così bacchetta i sindaci che avevano firmato gli atti di trascrizione delle nozze gay ricordando che a loro spetta il compito di verificare se le persone che si presentano per le nozze possiedano i requisiti di legge.

"La diversità uomo-donna è la connotazione ontologica del rito matrimoniale" spiegano ancora i giudici, quindi "il corretto esercizio della potestà impedisce all’ufficiale dello Stato civile la trascrizione di matrimoni omosessuali celebrati all’estero". "Il dibattito politico in corso in Italia sulle forme e sulle modalità del riconoscimento giuridico delle unioni omosessuali sconsiglia all'interprete qualunque forzatura, sempre indebita ma in questo contesto ancora meno opportuna" concludono i giudici.

Dopo la sentenza, i legali di Avvocatura per i diritti Lgbti-Rete Lenford hanno annunciano che faranno ricorso alla Corte europea per i diritti dell'uomo denunciando che il relatore del provvedimento, il giudice Carlo Deodato "non è imparziale". A riprova di questo elencano un serie di tweet del giudice amministrativo che si definisce "Giurista, cattolico, sposato e padre di due figli. Uomo libero e osservatore indipendente di politica, giurisdizione, costumi, società". Deodato, uno dei cinque magistrati che compongono il Consiglio di Stato, sul suo account infatti avrebbe ritwittato proclami delle ‘Sentinelle in piedi' e diversi post provenienti da associazioni prolife e testate cattoliche chiaramente schierate contro le unioni gay e in difesa della famiglia di impianto tradizionale.

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