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Nigeria, ritrovata una delle studentesse rapite nel 2014 da Boko Haram

L’esercito nigeriano ha annunciato di aver liberato un’altra delle studentesse rapite a Chibok, nello stato nord-orientale di Borno. Il rapimento di 276 studentesse di una scuola secondaria superiore fu perpetrato nella notte fra il 14 e 15 aprile 2014.
A cura di Susanna Picone
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L'esercito nigeriano ha ritrovato una delle oltre duecento studentesse di Chibok rapite dagli jihadisti di Boko Haram nel 2014. La giovane si trovava vicino al villaggio di Pulka, nello Stato di Borno, nord-ovest del Paese. Ad annunciare il ritrovamento della ragazza sono state le Forze armate nigeriane in un tweet. Pagu, di cui non viene precisata l'età, è stata sottoposta a “cure mediche” dopo essere stata salvata. Insieme a lei è stata trovata anche un’altra ragazza, che invece secondo quanto riferito dall’esercito avrebbe quattordici anni. Con loro, inoltre, ci sarebbe stato anche un bambino. Il rapimento di 276 studentesse di una scuola secondaria superiore a Chibok, nel Borno, risale alla notte fra il 14 e 15 aprile 2014. Nei mesi successivi almeno cinquantasette studentesse sono riuscite a fuggire, mentre altre ventuno ragazze sono state rilasciate nell'ottobre del 2016. Lo scorso maggio altre ottantadue studentesse sono state rilasciate e trasferite in un centro di riabilitazione ad Abuja.

Tante ragazze ancora non sono state ritrovate – Nelle mani degli estremisti rimangono ancora un centinaio di altre giovani, molte delle quali sono state costrette a matrimoni forzati o a compiere attentati kamikaze. Il rapimento del 2014 era stato raccontato e seguito dai governi e dalla stampa di tutto il mondo diventando una questione internazionale, con manifestazioni di protesta e campagne per la liberazione delle donne (#BringBackOurGirls).

Le violenze di Boko Haram – Il nord-est della Nigeria è periodicamente teatro di attacchi riconducibili ai miliziani jihadisti di Boko Haram, che hanno iniziato la loro offensiva nell’area nel 2009 ma da tempo hanno ampliato il loro raggio di azione con attacchi mortali nei quattro Paesi al confine con il lago Ciad. Dal 2009 il gruppo jihadista ha ucciso circa 20000 persone in Nigeria e Paesi confinanti, innescando una crisi umanitaria con 2,3 milioni di sfollati e profughi.

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