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Ndrangheta, nuova intimidazione a Libera: tagliati 100 ulivi confiscate alle cosche

Nuova intimidazione ai danni della cooperativa “Valle del Marro”, a Oppido Mamertina, nel Reggino. Criminali hanno agito con le accette. Il presidente della coop: “E’ una vigliaccata intollerabile”.
A cura di Biagio Chiariello
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Un centinaio di alberi di ulivo gestiti dalla cooperativa Valle del Marro ‘Libera Terra' sono stati tagliati ieri da sconosciuti con delle accette, in località Baronello, a Castellace, frazione di Oppido Mamertina. Un'intimidazione di evidente stampo mafioso, la terza in quattro anni, denunciata dal presidente della cooperativa, Domenico Fazzari: "Ognuno di questi tagli è come un colpo vibrato al cuore. E' una vigliaccata, un'infamia intollerabile. Confidiamo nella magistratura e nelle forze dell'ordine – ha aggiunto Fazzari – affinché gli autori dell'atto intimidatorio vengano presto consegnati alla giustizia e siano scongiurati ulteriori fatti criminosi. Quello dell'uso sociale dei beni confiscati alla mafia è un tema sul quale non deve mai calare l'attenzione e l'impegno di tutti. Quando ciò succede, le mafie sono sempre pronte ad approfittarne. Malgrado questa nuova intimidazione, restiamo sereni. Continueremo ad andare avanti con l'impegno e la motivazione di sempre, fiduciosi nell'intervento delle autorità", ha concluso il presidente di Libera Terra.

Terza intimidazione mafiosa in pochi anni

Come detto, non si tratta del primo atto intimidatorio ai danni della cooperativa. Il primo era avvenuto a giugno del 2011, quando un incendio doloso distrusse cinquecento alberi secolari. Un anno dopo, un incendio coinvolse un escavatore di Libera Terra che era all’opera su quel terreno per i lavori di espianto delle piante bruciati. Nel 2013 un impianto di 1.200 ulivi ha restituito nuova vita al terreno. Ma ieri il nuovo deprecabile gesto. “È un grande dolore – dice il vice presidente della Cooperativa, Sergio Casadonte – vedere spezzata la fragile vita di una pianta in crescita. Ancora una volta un bene confiscato, simbolo del riscatto sociale, viene colpito. Contro un gesto così vergognoso reagisca tutta la società civile”.

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