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Violenze nel carcere di Santa Maria Capua Vetere (Caserta)

Violenze nel carcere Uccella di Santa Maria, ispezione del ministero di Giustizia

Violenze contro i detenuti nel carcere “Uccella” di Santa Maria Capua Vetere, il sottosegretario alla Giustizia Francesco Paolo Sisto annuncia: “Al via ispezione ministero, indagine anche su episodi analoghi avvenuti in altri istituti di pena italiani”.
A cura di Redazione Napoli
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«La Procura di Santa Maria Capua Vetere ha dato disponibilità al via libera all'indagine ispettiva disposta dalla ministra di Giustizia Marta Cartabia, in accordo con il capo del Dipartimento amministrazione penitenziaria, Bernardo Petralia: un accertamento che si affiancherà all'indagine penale della magistratura. Il punto di partenza è chiaro: nessuno sconto a chi ha sbagliato, a tutela anche della stragrande maggioranza di agenti che svolge il proprio lavoro in modo impeccabile. Per questo l'analisi del Ministero sarà estesa a tutti gli eventuali episodi analoghi che possano essersi verificati all'interno degli istituti». Lo dice il sottosegretario alla Giustizia Francesco Paolo Sisto, a Radio24, ai microfoni di "24 Mattino". L'argomento è ovviamente quello delle violenze nel carcere "Uccella" del Casertano, aggressioni e vessazioni contro i detenuti che hanno portato ad arresti di quasi 60 agenti di polizia penitenziaria e sono documentate da testimonianze e video agghiaccianti.

«Il ministero – continua è entrato a piedi uniti sui fatti di Capua Vetere, quei fatti non si dovranno ripetere più» ha spiegato il sottosegretario che auspica più videosorveglianza «di tutti i corridoi delle carceri per tutelare sia i detenuti che la ottima Polizia penitenziaria». Ieri la Guardasigilli  del governo Draghi aveva parlato di «Costituzione calpestata» davanti alle immagini delle violenze «un nodo alla gola».  «La vera svolta ci sarà quando finalmente tutti comprenderanno che un carcere è davvero un luogo di comunità. Ad ogni immagine è aumentato il mio scoramento e anche il mio sconcerto».

Oggi Salvini davanti al carcere

Oggi  pomeriggio nella città sammaritana, davanti alla casa circondariale, ci sarà il leader della Lega Matteo Salvini «Vado per dare supporto al comandante e agli agenti che fanno bene il loro lavoro, sono 40mila e non possono essere chiamati macellai», afferma. «Chi sbaglia in divisa paga doppio, se lì qualcuno ha sbagliato paga, e il ministro era Bonafede, chiedete a loro cosa è successo, a lui e Conte, il ministro venne il Aula a dirci che era tutto sotto controllo».

La posizione di Alfonso Bonafede, M5S, ministro della Giustizia nei governi Conte I e II è in effetti quella politicamente più delicata: fu egli all'epoca dei fatti, ovvero della repressione in carcere conseguente le proteste durante il picco della pandemia da Covid-19, che in Parlamento etichettò le rivolte in carcere come «atti criminali di minoranza» di fronte ai quali «lo Stato non indietreggia».

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