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Violenza sulle donne, 41 casi negli ultimi 41 giorni tra Napoli e provincia

Sono 41 i casi di violenza domestica avvenuti tra Napoli e provincia negli ultimi 41 giorni: il dato fornito dai carabinieri provinciali. Sono 26 gli arrestati, altri 8 i denunciati. Sono mariti, compagni ma anche figli e semplici conoscenti. Le vittime sono tutte donne che subivano, in alcuni casi, da anni le angherie dei loro aguzzini.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Quarantuno casi di violenza sulle donne negli ultimi quarantuno giorni tra Napoli e provincia: se non è un record, insomma, manca davvero poco. Questo quanto emerso dai dati raccolti dal comando provinciale dei carabinieri di Napoli: dati che partono dallo scorso 30 giugno ed arrivano fino ad oggi. Non solo mariti e compagni, ma anche figli tra gli aggressori. Le vittime, tutte donne, sono madri, mogli, compagne o addirittura semplici conoscenti dei loro aguzzini.

Il dato è sconfortante: dal 30 giugno ad oggi, sono arrivate nei comandi presenti tra Napoli e provincia, 41 querele da parte di donne maltrattate. Quarantuno querele in quarantuno giorni: una media spaventosamente alta di una al giorno. Al netto di tantissimi altri casi che ancora oggi non sono emersi e che continuano a ripetersi tra la mura domestiche. Le donne che hanno denunciato si trovano oggi in strutture protette o seguite con percorsi psicologici dedicati, nella speranza di poter quanto prima riprendere una vita normale e sicura. Preoccupante anche il dato giudiziario seguito a queste querele: in 41 giorni, i militari dell'Arma hanno tratto in arresto 26 persone e ne hanno denunciate altre 8 alla Procura della Repubblica. Quasi uno ogni due giorni.

Tra i casi di questo ultimo mese di criminalità domestica, alcuni hanno suscitato particolare scalpore. Nel quartiere di Fuorigrotta, un 37enne è stato arrestato perché perseguitava una ragazza non ancora 17enne sui social network, utilizzando anche profili finti. A Pianura, arrestati invece un 36enne ed un 27enne: il primo picchiava da anni la sua compagna, il secondo faceva altrettanto con la madre per avere dei soldi. A Chiaiano, arrestato invece un 43enne sorpreso mentre cercava di sfondare a calci la porta della propria abitazione, dove si era rifugiata la donna, vittima di angherie.

Tanti i casi anche in provincia negli ultimi quaranta giorni. A Torre Annunziata, un 47enne stava picchiando selvaggiamente la figlia di 24 anni: comportamenti che andavano avanti da anni, ma mai denunciati. Quando sono arrivati i carabinieri, l'uomo la stava prendendo ancora a calci e pugni in casa. A Torre del Greco, un uomo stato arrestato perché mentre picchiava la moglie ha iniziato a picchiare anche la figlia intervenuta per difendere la madre: le due donne sono finite in ospedale per le botte subite. A Caivano, un uomo già agli arresti domiciliari è stato riportato in carcere, arrestato per violenza sessuale continuata ed aggravata nei confronti della compagna. A San Vitaliano, arrestato un ex marito di 38 anni che non accettava la fine del matrimonio e vessava in ogni modo la ex moglie, arrivando perfino a "prelevarla" di peso in strada e caricandola sulla sua auto.

A Qualiano, un 30enne è stato arrestato perché picchiava la moglie, il tutto davanti ai figli piccoli. Ad Arzano, un semplice conoscente minacciava una donna perché voleva stare con lei: anche per lui sono scattate le manette. A Sant'Antonio Abate, un ventenne aveva preso a minacciare la sua ex fidanzata, non accettando la fine della loro storia, arrivando perfino a darle fuoco al motorino: è ora agli arresti domiciliari. A Castellamare di Stabia, un giovane aveva preso di mira la madre per estorcerle denaro: la donna era finita in ospedale per le botte subite. Il giovane è stato arrestato invece dai carabinieri. Sono solo alcune delle storie di "ordinaria" follia da Napoli e provincia, e avvenuta appena nel mese di luglio.

“Da sempre i Carabinieri sono particolarmente vicini alle vittime delle violenze di genere – dice il Generale Canio Giuseppe La Gala, comandante provinciale dei Carabinieri di Napoli – si tratta di un fenomeno tristemente diffuso, esasperato sensibilmente durante la convivenza forzata, imposta dal recente lockdown. La nostra attività preventiva e repressiva vuole invertire questa rotta, riportando le vittime alla consapevolezza di non essere sole o abbandonate. È per questo che ribadisco con forza che le vessazioni, le umiliazioni non vanno tollerate ma denunciate, o semplicemente riferite a un carabiniere che provvederà a dare i giusti consigli per evitare tragedie.”

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