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Viaggio al centro della notte napoletana: guida alla movida, i locali quartiere per quartiere

Dicotomia di una città: tutte le sfaccettature della movida napoletana, dal Vomero ai Quartieri Spagnoli, da Chiaia a Bagnoli.
A cura di Cristina Somma
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Quando si spengono le luci a Napoli si accende una nuova realtà fatta di traffico, caos, eccesso, alcol, decibel, quindi di musica, ma anche di arte, cultura e miscelazione. Ogni zona ha le sue peculiarità e ogni persona sceglie i luoghi da frequentare in base alla compagnia, alle disponibilità economiche, ai trasporti, alle esigenze e alle passioni comuni. Tutti elementi che convergono in un unico e vero scopo: lo svago, il divertimento.

Tra le critiche dei comitati cittadini composti dai residenti che desiderano riappropriarsi dei propri spazi e di un’utopica tranquillità e le rivendicazioni dei gestori dei locali e dei ragazzi che invece desiderano vivere intensamente la notte per strada, ci sono diversi fenomeni sociali che andrebbero analizzati.

Il primo è sicuramente il divario economico che contraddistingue i frequentatori di diversi quartieri e la stessa città di Napoli, tutta. Il divertimento sano per i giovani a Napoli esiste, ma attualmente è maggiormente concentrato nelle zone ricche della città ed è accessibile solo a chiunque abbia disponibilità economiche medio-alte. Per capire meglio cosa significhi vivere la movida partenopea, incamminiamoci tra i vicoli e incontriamo le diverse realtà che coesistono sul territorio, comprese di domanda e offerta di consumatori giovani e meno giovani.

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La vita notturna al Vomero

Il Vomero è un quartiere residenziale, forse l’unico che riesce ancora a gestire il fenomeno della movida. Come? La presenza predominante di pub e ristoranti consente al quartiere di godere di una tranquillità invidiabile dai residenti delle altre zone. Tutto si svolge all’interno dei locali da cui non esce musica, non esiste caos.

La vita notturna vomerese si consuma in comitiva o in coppia, tra una birra alla spina e una chiacchiera tranquilla seduti al tavolino di un bar. All’una di notte i locali presenti sulle strade principali cominciano a chiudere i battenti. Sembra quasi di rivivere i periodi del coprifuoco, durante i quali perfino trovare un bar aperto per comprare una bottiglina d’acqua era un problema.

Non ci sono grosse discoteche, né locali dove poter ascoltare musica ad alto volume. L’unico posto che probabilmente ancora ospita musica dal vivo in questo quartiere è lo Slash, che organizza delle rassegne musicali, senza però disturbare in alcun modo la quiete pubblica e terminando sempre la sua attività all’orario stabilito dalla legge.

Mentre il Vomero è frequentato principalmente di giorno, tardo pomeriggio o prima serata da minorenni e coppie, poco distante c’è una strada in cui invece la vita notturna si svolge in maniera completamente diversa.
Si tratta di via Aniello Falcone che ospita numerosi ‘baretti’ e locali notturni che attirano i giovani, trasformando la piazzetta in un luogo di ritrovo. Molti ragazzi la prediligono per festeggiare il compleanno, quindi aprire la torta e bere una birra con gli amici.

È il giusto compromesso tra la vita notturna vomerese e quella più centrale di Chiaia e del centro storico dove invece ci si addentra in una realtà completamente diversa, fatta di eccessi, attiva fino a tarda notte. Via Aniello Falcone, così come il Vomero, alle due di notte spegne le luci e manda tutti a dormire, senza compromessi. A differenza del Vomero però la serata a Falcone si svolge con più musica e tra i superalcolici.

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La vita notturna a Mergellina

Mergellina gode di una doppia faccia. La zona di via Caracciolo che ospita i ristoranti rinomati e i bar che affacciano sul lungomare, così come il borgo, è molto tranquilla anche nel weekend. Accoglie i turisti e gli innamorati che tra una cena, una foto con il Vesuvio come sfondo e un drink possono godere della loro tranquillità.

Una quiete che si contrappone completamente al lato degli chalet, quello che qualche mese fa è stato al centro dell’attenzione dei giornali per la morte di Francesco Pio Maimone, ucciso da un colpo di arma da fuoco. Le due zone hanno un punto nevralgico che fa da spartiacque: il Bar Napoli, aperto praticamente tutta la notte e frequentato dai ragazzi al rientro dalle discoteche.

Fuori gli chalet la serata si svolge tra una chiacchiera e una birra, accompagnata da noccioline o da una graffa dello chalet Ciro. Lì si riuniscono spesso persone che arrivano dalle periferie e vogliono godere del bel panorama, bevendo qualcosa in un ambiente movimentato e vicino al mare. D'estate a Mergellina c'è vita anche nelle zone che sembrano meno trafficate.

I chioschetti ospitano ogni sera, anche in settimana, gruppi di giovani che si intrattengono fino a tarda notte tra una porzione di patatine, un panino e una birra. Ad accompagnare le loro serate ci sono le volanti della polizia che sfrecciano spesso sulla strada, impegnate in inseguimenti di auto o moto. La vita notturna estiva di Mergellina fa da specchio a quella di Santa Lucia, dove qualche bar e localino più chic intrattiene i propri clienti con musica e drink di più alto livello. Così come il Borgo Marinari, luogo d'élite e tanto amato dai turisti.

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La vita notturna a Chiaia

Il modo migliore per descrivere la movida dei ‘baretti’ di Chiaia è immaginare una fiumana di persone che si muovono all’unisono e trascinano i passanti come in un moto perpetuo paragonabile a quello delle anime nella commedia dantesca.

I vicoli stretti non consentono una semplice libertà di movimento e il brusìo delle persone resta imponente e accompagnato dalla musica che risuona fuori ad alcuni locali e dal profumo di pizza e di buono che invece caratterizza i ristoranti di qualità presenti nel quartiere. Passeggiando è possibile scontrarsi con i tavolini selvaggi denunciati dai residenti, che dopo la pandemia sono rimasti sul suolo pubblico, espansi tra le strade, intralciando spesso il passaggio.

La vita notturna nel quartiere Chiaia però non si svolge solo per strada, all’esterno degli esercizi commerciali, ma più spesso si sposta all’interno, in luoghi considerati eccellenze dell’intrattenimento partenopeo. Il giovedì d'inverno il Piano B accoglie i giovani per una cena seguita da un karaoke, sempre più gettonato come forma di intrattenimento.

Oppure ci sono il Bruttini e l’Ambasciatori che come format si affermano come locali più europei della Campania, sempre nel periodo invernal . Il Bruttini ospita giovani e adulti per cena, ma anche per ascoltare musica dal vivo e ballarla come all’Anema e Core di Capri, mentre il cinema Ambasciatori organizza cene spettacolo ed è spesso frequentato da calciatori, cantanti, artisti e attori.È la location che Luca D’Alessio, figlio di Gigi, ha scelto per festeggiare i suoi 20 anni qualche mese fa.

Durante la cena all’Ambasciatori gli esperti d’intrattenimento si cimentano in uno spettacolo di cabaret pari a quello parigino del Moulin Rouge, con cantanti e soubrette, presentatori e lustrini. Successivamente si spengono le luci che danno sul bancone, dove si esibiscono gli artisti, e si accende la strobosfera per dar spazio alla musica tech-house che accompagna gli ospiti della serata fino al mattino, senza in alcun modo disturbare la quiete pubblica. Il locale però, per il livello dei prezzi, non è per tutti.Un fiore all’occhiello napoletano dedicato esclusivamente alla borghesia. Così come l’Antiquario, un locale inserito dagli esperti tra i 50 best bars del mondo. Il posto è piccolo e vi si accede da una porticina anonima e nascosta, senza nemmeno l’insegna. Per entrare bisogna bussare e al suo interno tutto è allestito come negli anni’30.

Pure i barman vestono i panni di esperti della miscelazione di quel periodo storico, trasportando il cliente in una realtà parallela fatta di eccellenza, esperienza e regole. Viene definito una secret room e ha delle regole ferree, oltre che prezzi medio-alti, come ad esempio “niente birre, solo cocktail e champagne”; “non si accettano gruppi superiori a otto persone”, “niente suoneria né flash”.

Un'immagine della movida ai Quartieri Spagnoli.
Un'immagine della movida ai Quartieri Spagnoli.

La vita notturna al centro storico

Il centro storico di notte è una realtà completamente autonoma che si divide per zone, frequentate o meno per periodi di tempo limitati, subendo lo spostamento delle persone da una zona a un’altra sulla base di aperture dei locali, sicuramente, ma anche di fenomeni sociologici spesso ignoti. Oggi la piazza più frequentata è Bellini dove sono presenti numerosi esercizi commerciali finalizzati all’esclusiva somministrazione di alcolici. Peppe Spritz è un’istituzione e come Cammarota nei Quartieri Spagnoli è il punto di riferimento per gli spritz low cost, ma non l’unico.

Molti bar del centro vendono alcolici a prezzi stracciati, partendo dai ‘cicchetti’ a un euro e arrivando a un massimo di 7 euro per dei cocktail di base. Prezzi super competitivi rispetto al resto della città e probabilmente di tutta Italia. La vita notturna a piazza Bellini si svolge per strada, tra una chiacchiera e una birra, tra una canna e la musica che risuona da una cassa portata da casa. Spesso si esibiscono artisti di strada che per ore accompagnano e allietano le serate dei presenti, meno le notti insonni dei residenti.

La mole di persone che ogni weekend frequentano piazza Bellini, rendendola impraticabile al passaggio, è elevatissima. È possibile trovare persone di ogni genere e spesso anche reperire facilmente del fumo, sigarette di contrabbando, noccioline e dolci di contrabbando, oltre che vedere bambini che passeggiano in piazza mano a mano con i genitori, ragazzini, ma anche tantissimi adulti e d'estate turisti. Via San Sebastiano, che prima era la strada dei musicisti, è diventata la strada della musica reggaeton, che risuona ad ogni metro al di fuori degli esercizi commerciali, spesso aperti fino a tarda notte. La vita notturna del centro storico non si spegne presto come quella del Vomero, tira avanti fino alle prime luci dell’alba.

Piazza del Gesù, così come Monteoliveto sono le due piazze che per prime spengono le luci e ospitano i ragazzini più giovani, a volte troppo per concedersi una birra. Ma la nuova vera realtà sviluppatasi negli ultimi mesi è via Cisterna dell’Olio, dietro piazza Dante. Quei vicoli che prima accoglievano solo tre locali, tra cui l’Mmb che organizzava serate culturali e concerti, ma poi ha dovuto rinunciare, chiudendo la discoteca situata sotto al manto stradale e aprendo una birreria adiacente su strada, attualmente attiva, oggi accolgono decine di pub e baretti che attirano centinaia di persone, rendendo impraticabili quelle strade di notte e trasformandole in una realtà simile a quella dei baretti di Chiaia, ovvero di una fiumana di persone che sostano e si muovono tra un locale e un altro, in mezzo ai tavolini selvaggi, ostruendo in ogni modo il passaggio.

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Questa nuova realtà ha completamente trasformato il resto del centro storico e le zone in cui, fino a un anno fa, si svolgeva tutta la movida notturna di questo quartiere. San Domenico Maggiore e piazzetta Nilo si sono completamente svuotate, trasformatesi in luogo di passaggio. Mezzocannone è una realtà paradossale. Percorrere questa via alle 23:30 nel weekend significa ritrovarsi in un caos di ragazzini giovanissimi che amoreggiano seduti sui tettucci delle auto e si riforniscono alle macchinette 24h, mentre studenti, turisti e residenti passeggiano indisturbati. Significa notare l’alto rischio della somministrazione d’alcol ai minorenni che spesso si travestono da grandi e nascondono fin troppo bene la propria età. Significa imbattersi in decine di ragazzi che pare gonfino palloncini, come a una festa, ma che in realtà ne aspirano l’alcol presente al loro interno. Significa ritrovare per terra un pacchetto vuoto di psicofarmaci che mischiati con l’alcol diventano droga. Significa imbattersi in un rave a cielo aperto sotto i porticati del cinema Astra dove al termine della proiezione dell’ultimo film si ritrovano coinvolte in questo delirio urbano persone anziane e bambini completamente estranei a quel contesto di eccessi ed esaltazione.

E ancora, vuol dire arrivare a Largo San Giovanni Maggiore dove sono presenti alcuni dei locali che ancora resistono e provano a promuovere la buona movida, come il Kestè che su iniziativa del suo proprietario Fabrizio Caliendo, insieme con diverse associazioni della zona e alcuni artisti, intellettuali e musicisti, sta cercando di riqualificare la piazza con delle installazioni luminose e un appuntamento fissato per ogni martedì che si conclude a mezzanotte dove chiunque può parlare d’arte e cultura, dipingere, suonare e promuovere la bellezza. Ripartenophe, questo è il nome del progetto che ormai da più di un mese si svolge in quella piazza che fino a qualche mese fa in tarda notte spesso ospitava persone anche adulte che passeggiavano in cerca di una dose.

L’immagine di un’anziana signora che si aggirava alle cinque di mattina a Largo San Giovanni Maggiore alla ricerca ossessiva di una sigaretta, tanto da fumare i residui di mozziconi gettati per terra dai passanti e coglierne qualcuno per conservarlo in tasca, è ciò che fino a sei mesi fa restava impresso nella memoria di chiunque amasse fruire della cultura e godere della vita notturna che si svolgeva tra le strade del centro, ma non amava tornare a casa presto.

Oggi invece l'immagine è cambiata. Un palcoscenico ricco di luci si è aperto tra gli alberi di piazzetta Orientale e ogni martedì ospita una rassegna musicale variegata, così come eventi quasi ogni sera. Nelle due aiuole presenti ai lati di questo "palco naturale" ci sono altri due spazi tra gli alberi, ormai puliti, pieni di lucine. Un lato ospita una mostra fotografica, mentre l'altro accoglie ogni martedì un artista che si cimenta nella realizzazione di opere d'arte su sedia. Oggi quella piazza che un tempo veniva ricordata e riconosciuta per lo spaccio è completamente riqualificata. Non c'è più la paura di imbattersi in qualche oscurità nel buio del centro di quel Largo, c'è solo luce che spesso accoglie perfino i bambini che durante le esibizioni e le serate giocano e si rincorrono come se fossero al parco.

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La vita notturna nei Quartieri Spagnoli

La vita notturna dei Quartieri Spagnoli è ricca, ma statica e non è veramente notturna perché si consuma nel tardo pomeriggio e non termina mai in tarda notte. Il punto nevralgico dei quartieri è la Trattoria Nennella, storica e molto conosciuta anche dai turisti. Di fronte, nell’attesa di sedersi per mangiare la tipica pasta e patate che la contraddistingue, le persone si concedono uno spritz da Cammarota, famoso per i suoi prezzi stracciati e il vinello paesano che mischia all’Aperol o al Campari. Lo spritz di Cammarota è diventato famoso perché è stato uno dei primi a scendere a compromessi con la natura modesta e popolana di Napoli, quella che induce i ragazzi a spendere il meno possibile per gli alcolici.

Nei Quartieri Spagnoli infatti lo spritz costa solo un euro. A differenza di Chiaia la fiumana di gente è ferma, non oscilla avanti e indietro e non segue alcuna legge del contrappasso. Le persone si fermano fuori le spritzerie dalle quali esce la musica e, nonostante sia difficile muoversi e respirare a causa della quantità di gente presente in uno spazio così ristretto, i ragazzi si divertono tra alcol, balli, canti e socializzazioni di ogni tipo.

Negli ultimi anni i Quartieri Spagnoli si sono trasformati da posto "da evitare" a posto da frequentare assolutamente all’orario dell’aperitivo, soprattutto per studenti e turisti. La loro struttura stretta e caratteristica, le decorazioni con le scritte e i panni stesi esposti, i prezzi stracciati delle spritzerie che hanno aperto dopo Cammarota e insieme con le trattorie proliferano come funghi in ogni vicolo, hanno reso la zona un punto di riferimento per la vita ‘quasi’ notturna e per i giovani che la frequentano. Il problema è che trattandosi di una zona residenziale non mancano spesso le lamentele del Comitato Vivibilità Cittadina che anche su Facebook ne denuncia il caos che genera quell’agglomerato di persone che ogni giorno si riunisce sotto le loro finestre trasformando i vicoli in una discoteca a cielo aperto.

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La vita notturna al Centro Direzionale

Negli ultimi mesi si è parlato di dislocare la movida, cercare un posto che possa accogliere il divertimento notturno con il fine di lasciare le aree urbane centrali della città ai residenti che da anni rivendicano un po’ di tranquillità. Il sindaco aveva proposto come polo alternativo al centro storico, il Centro Direzionale. Un’area urbana attualmente dedicata agli uffici, dove risiede un minor numero di persone e non si disturberebbe la quiete pubblica con il brusìo o la musica ad alto volume.

Attualmente non è ancora stato avviato nulla che possa rifunzionalizzare il Centro Direzionale, però da circa un anno e mezzo in questa zona ha aperto un locale chiamato The Wall che ospita numerose serate ed è molto frequentato, nonostante l’area non sia facilmente raggiungibile con i mezzi pubblici. Il The Wall d’inverno ogni giovedì ospita delle serate afro, poi ha ospitato numerose volte serate a luci rosse, chiamate Lcnd (Le Cose Che Non Dici).
I party Lcnd sono particolari perché si può accedere solo ad alcune condizioni: se vestiti di nero, lasciando l’intimo all’ingresso ed è severamente vietato utilizzare il telefono all’interno del locale.

La vita notturna a Fuorigrotta e Bagnoli

Bagnoli accoglie alcune tra le più grandi discoteche partenopee. Ogni weekend la discesa di Coroglio ospita migliaia di persone che scelgono di frequentare i locali notturni presenti in quella zona. Gli eventi proposti dagli organizzatori sono numerosi e i più disparati, ma l’ampia vastità di scelta e la presenza predominante di tutte queste discoteche in un’area così ristretta genera un caos totale. La zona da una certa ora in poi diventa impraticabile per il traffico, così come per la presenza costante di parcheggiatori abusivi. D'estate la scelta ricade spesso tra la Terrazza Flegrea, l'Arenile di Bagnoli, il Nero di Nisida o la Rotonda Belvedere. Punti di riferimento che da anni in città operano per allietare le serate estive al chiaro di luna di chiunque voglia godere della musica in riva al mare.

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