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Ventenne massacrato di botte a Capodimonte perché faceva pipì: due arresti

Arrestati due coetanei della vittima per l’aggressione di questa estate. Le chat delle fidanzate 17enni: “Peppe gli stava aprendo la testa e poi Pasquale gli ha dato un calcio da dietro. Ho detto: vabbé dai, questo è morto”
A cura di Redazione Napoli
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I fatti risalgono all'inizio della scorsa estate quando un giovane di ventuno anni era stato brutalmente aggredito da due coetanei in viale dei Pini, nel quartiere dei Colli Aminei a Napoli. Era il 7 giugno quando il ragazzo, al culmine di una discussione, scoppiata secondo quanto ricostruito per futili e pretestuosi motivi, veniva gettato in terra e massacrato a calci e pugni da altri due giovani che non conosceva. La sua colpa? Stava facendo pipì dietro un albero nel bosco di Capodimonte, troppo vicino secondo loro all'auto dove si trovavano i due indagati assieme alle fidanzate, due giovani di 17 anni.

I messaggi tra le fidanzate degli aggressori: "Peppe gli stava aprendo la testa"

Ecco come le due ragazze minorenni, il giorno dopo, parlavano in una chat – riportata dal Corriere del Mezzogiorno – delle azioni dei loro fidanzati, evidentemente compiaciute: "Ho la scena in testa, che Peppe gli stava aprendo la testa e poi Pasquale gli ha dato un calcio da dietro. Ho detto: vabbé dai, questo è morto". E l'amica rispondeva: "Mi sono messa paura quando ho visto Peppe sopra di lui che gli dava dieci cazzotti uno dietro l'altro. Ho detto: vabbè, a questo gli si apre proprio la testa".

Una prognosi di 50 giorni per le botte ricevute

Soccorso e trasportato d'urgenza al pronto soccorso dell'ospedale Cardarelli, veniva successivamente dimesso con una prognosi di cinquanta giorni per le lesioni riportate. In particolare aveva riportato una lesione alla milza e presentava il volto tumefatto e con diversi traumi a causa dei colpi ricevuti.

Due ragazzi agli arresti domiciliari

Oggi per quel pestaggio i carabinieri della stazione di Napoli Capodimonte, hanno notificato due ordinanze di custodia cautelare nei confronti di Giuseppe Giordano, 20 anni, e di Pasquale Ferrara, 25 anni. Il giudice del Tribunale di Napoli ha accolto la richiesta della procura che, al termine delle indagini, ha ritenuto gravi e sufficienti gli indizi raccolti per chiedere gli arresti domiciliari.

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