Undici rapine, 5 in appena due ore ai distributori di benzina: presa coppia nel Vesuviano

La Polizia ha arrestato due uomini, accusati di 11 rapine in poco più di un mese; 5 di questi erano stati consumati in due ore il 3 settembre nel Vesuviano.
A cura di Nico Falco
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Una delle rapine, ripresa dalle telecamere del distributore di carburante
Una delle rapine, ripresa dalle telecamere del distributore di carburante

Avrebbero commesso 11 rapine in poco più di un mese, e cinque di queste le avrebbero messe a segno in appena due ore, sempre con la stessa tecnica: arrivavano in due, arma puntata contro la vittima, poi la fuga con l'incasso. Ricostruzioni che hanno portato al carcere per un 34enne e un 30enne, accusati di essere diventati il terrore dei distributori di carburante del Vesuviano; l'ordinanza di applicazione della misura cautelare, emessa dal Tribunale di Nola su richiesta della Procura, è stata eseguita dalla Polizia di Stato.

Cinque rapine alle pompe di benzina in due ore

I due indagati sono accusati di concorso in rapina pluriaggravata e continuata, furto e ricettazione. Le indagini sono partite il 3 settembre scorso, giorno in cui c'è stata la sequenza più serrata di colpi: cinque, tra le 19:30 e le 21:30. Tutte con lo stesso modus operandi: due uomini, a bordo di un'automobile e con il volto travisato con maschere di una nota saga cinematografica, hanno rapinato vari distributori di carburante tra Sant'Anastasia, Somma Vesuviana e Pomigliano d'Arco, in provincia di Napoli.

La coppia collegata a 11 rapine in totale

Nel corso delle indagini la Squadra Mobile ha esaminato le registrazioni della videosorveglianza pubblica e privata e ascoltato diversi testimoni; gli elementi raccolti dagli investigatori hanno portato a ritenere che la coppia non si sia resa responsabile solo delle cinque rapine del 3 settembre ma, in totale, di 11 colpi, da quel giorno fino al successivo 9 ottobre, con un bottino totale di circa diecimila euro.

I due destinatari del provvedimento, hanno inoltre appurato i poliziotti, usavano come nascondiglio un'abitazione di Acerra, dove conservavano armi, veicoli rubati e altro materiale usato per commettere le rapine.

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