Una piazza dedicata a Giancarlo Siani a Vico Equense, l’ex sindaco: “Non mi piace l’idea”

"Non mi piace che Vico Equense abbia dedicato la sua piazza più importante a Giancarlo Siani". Lo ha detto l'ex sindaco del comune vicano Benedetto Migliaccio in una intervista al settimanale Agorà e riportata quest'oggi da il Fatto Quotidiano. Secondo Migliaccio, Giancarlo Siani avrebbe dovuto "essere ricordato a Torre Annunziata, dove scriveva, lottava contro la camorra e dove è stato ucciso" (in realtà Siani fu ucciso su via Vincenzo Romaniello, a pochi passi da piazza Leonardo, nel quartiere napoletano dell'Arenella, dove viveva, ndr). Parole che hanno suscitato non poche polemiche, alle quali lo stesso Migliaccio ha poi controreplicato. "Le parole di Migliaccio si commentano da sole e mi addolorano, non considerano il dolore delle famiglie che hanno avuto vittime innocenti di mafia e che si battono ogni giorno per non far dimenticare queste tragedie", ha detto Paolo Siani al Fatto Quotidiano, mentre Carmen Di Lauro, deputata del Movimento Cinque Stelle originaria di Vico Equense ha chiosato: "Migliaccio ha pronunciato dichiarazioni aberranti, la lotta alla mafia non ha confini tra un comune e l’altro".
“Da ex sindaco di Vico Equense e da avvocato che ha difeso e difende vittime di camorra, trovo strumentale e provocatoria la polemica sull’intitolazione della piazza principale della nostra cittadina a Giancarlo Siani", ha fatto sapere in un comunicato stampa Benedetto Migliaccio, "Ferma restando l’ammirazione per l’uomo e il giornalista, per il suo coraggio encomiabile non mi sarei mai sognato di sollevare il problema se questa ipotesi avesse riguardato l’intitolazione di una scuola o di un altro spazio pubblico ma parliamo della piazza principale, del luogo simbolo della nostra città, della sua storia. Vico non è Torre Annunziata", ha spiegato ancora Migliaccio, "non è terra di camorra e il messaggio che ne verrebbe fuori sarebbe semplicemente sbagliato. E spiace, anzi fa rabbia che su temi così sensibili ci sia in giro gente pronta a strumentalizzare il sacrificio di un giovane giornalista coraggioso, un eroe dal quale certa gente dovrebbe girare alla larga".