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Una maglia su 5 di Osimhen e Kvaratskhelia: nella fabbrica del falso erano già pronti per lo Scudetto

A Portici (Napoli) finanzieri e poliziotti hanno scoperto una fabbrica di prodotti contraffatti: sequestrate magliette ed etichette del Napoli e del Palermo.
A cura di Nico Falco
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Centinaia di maglie da calcio del Napoli, per lo più coi nomi di Victor Osimhen e di Khvicha Kvaratskhelia, due dei maggiori protagonisti del campionato della Serie A. E poi bandiere, etichette, altri capi di abbigliamento. Tutto, naturalmente, falso: una fabbrica ben avviata, e in grado di sfornare capi di abbigliamento senza soluzione di continuità, quella scoperta dalla Polizia e dalla Guardia di Finanza a Portici, in provincia di Napoli.

L'opificio clandestino si trovava in un deposito di piazza Gravina ed era completo di tutto: 17 macchine per cucire, diversi macchinari aziendali per pressare a caldo i loghi sugli indumenti. Nel corso dell'intervento sono state sequestrate complessivamente 1.250 magliette, 250 delle quali coi nomi dei due calciatori simbolo del Napoli: una scelta sicuramente non a caso, ma ben ragionata per cavalcare l'onda di successi della squadra di calcio e venire incontro alle richieste sempre crescenti. In totale sono state trovate 1.200 etichette, delle quali 1000 col logo “S.S.C. Napoli Official Product” e 200 con il logo “Palermo Calcio Official Product”, segno che, con tutta probabilità, chi gestiva il traffico aveva buoni agganci anche in Sicilia.

Quando poliziotti e finanzieri sono arrivati nel deposito c'erano quattro lavoratori, nessuno dei quali in regola. La titolare, una 37enne napoletana, è stata identificata e denunciata per contraffazione. Il deposito è stato sottoposto a sequestro.

Le estorsioni sui gadget falsi del Napoli

Il mercato dei gadget contraffatti del Calcio Napoli, aveva raccontato pochi giorni Fanpage.it, ha assunto un ruolo di primo piano nell'economia della camorra. Le bancarelle che nelle scorse settimane sono spuntate a centinaia in tutta la città sarebbero state prese di mira dai clan, che avrebbero imposto la tangente anche sulla vendita del falso. In particolar modo l'affare sarebbe al centro di nuovi contrasti tra i gruppi criminali di Pianura.

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