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Una colonna di abiti usati e maleodoranti alta 8 metri: sarebbero stati venduti, maxi sequestro a Napoli

La Guardia di Finanza ha scoperto nel Porto di Napoli un’attività illecita di gestione di rifiuti tessili: 1.300 tonnellate di abiti usati sono stati sequestrati in un capannone.
A cura di Valerio Papadia
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Un'attività illecita di gestione di rifiuti tessili quella che gli uomini del Comando Provinciale di Napoli della Guardia di Finanza hanno scoperto nel Porto cittadino. I militari delle Fiamme Gialle del II Gruppo Porto, durante un'attività di controllo al Porto di Napoli, hanno individuato circa 60 balle di indumenti usati, dai quali proveniva un forte cattivo odore, accatastate sul piazzale antistante un capannone. Grande la sorpresa dei finanzieri quando, all'interno, si sono ritrovati davanti a una colonna di abiti usati, imballati e non sanificati alta circa 8 metri, per un totale di circa 1.300 tonnellate di peso. I vestiti e l'intero capannone, un'area di 450 metri quadri, sono stati sottoposti a sequestro.

Le indagini della Guardia di Finanza hanno permesso di rivelare che il capannone era formalmente locato a un 46enne napoletano, attualmente detenuto nel carcere di Poggioreale per omicidio, che è stato denunciato alla competente Autorità Giudiziaria per le violazioni in tema di certificazioni obbligatorie per la prevenzione incendi e al Testo Unico sull'Ambiente. Gli abiti, una volta immessi sul mercato, avrebbero avuto un valore economico di circa 2 milioni di euro: sono in corso indagini per verificare l'eventuale coinvolgimento di altre persone nell'attività illecita e l'effettiva destinazione dell'ingente quantitativo di abiti usati sequestrati.

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