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Un ufficiale di Plinio il Vecchio tra gli scheletri di Ercolano: trovate armi e monete

Un ufficiale di Plinio il Vecchio tra gli scheletri all’interno degli Scavi Archeologici di Ercolano: con sé aveva ancora resti di corazza, una spada con impugnatura d’avorio ed un cinturone con lamine di argento e oro, oltre ad un elevato numero di monete di alto valore. L’ipotesi è che si trattasse di un ufficiale intervenuto assieme a Plinio per salvare la popolazione durante l’eruzione del Vesuvio.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Un ufficiale della flotta di Plinio il Vecchio tra gli scheletri degli Scavi di Ercolano: una scoperta che potrebbe rilanciare ulteriormente il sito archeologico dell'antica Herculaneum romana, che negli ultimi anni ha quasi "abituato" a scoperte di valore storico immenso. Si tratta di uno scheletro finora identificato come soldato ma che in realtà sarebbe stato un ufficiale della flotta romana di Plinio il Vecchio, che morì nel tentativo di salvare la popolazione dall'eruzione del Vesuvio.

Ad indicare che si possa trattare di un ufficiale è una ricerca firmata dal direttore Francesco Sirano. Lo scheletro, ufficialmente classificato come il numero 26, è stato ritrovato con tracce di una poderosa armatura, una bisaccia, ma anche uno zainetto con attrezzi da carpenteria. Ma a far pensare che possa trattarsi di un ufficiale., è un cinturone di cuoio ricoperto da lamine di argento ed oro, nonché una spada con impugnatura d'avorio. Oltre a questi, anche dodici denari d'argento e due d'oro: l'equivalente dello stipendio mensile di un pretoriano, una delle unità che fungevano da scorta alle alte autorità (da non confondersi con le Guardie Pretoriane vere e proprie, che erano invece "riservate" ai soli Imperatori). Non essendoci stati reparti militari nei pressi della piana del Vesuvio (la penisola era in pace da tempo, e le legioni ero distaccate altrove), si pensa dunque possa essersi trattato proprio di un ufficiale sbarcato assieme a Plinio il Vecchio, e che come lui e tanti altri tra autorità, cittadini e schiavi (almeno 300 gli scheletri ritrovati dagli archeologici) abbia trovato la morte.

L'eruzione del Vesuvio del 79 dopo Cristo che seppellì i comuni della costa sotto una pioggia di lava e cenere, attrasse l'intervento di Plinio il Vecchio, all'epoca capo dell'intera flotta romana del Mediterraneo Occidentale, la Classis Praetoria Misenensis Pia Vindex, che aveva il suo porto principale a Miseno, vicino Pozzuoli, dal cui bacino le galee partivano per pattugliare l'intero bacino occidentale del mar Mediterraneo, dallo stretto di Gibilterra alle coste di Spagna e nord Africa. Caio Plinio Secondo, questo il suo nome completo, detto "il vecchio" per distinguerlo dal nipote e figlio adottivo che invece fu detto "il giovane", vide in diretta l'eruzione del Vesuvio. E salpò da Miseno con alcune galee per salvare la popolazione che viveva tra le antiche Herculaneum e Stabiae, tra cui la sua amica Rectina. Morì per le esalazioni del vulcano, presumibilmente nell'area del porto. La testimonianza della sua morte fu poi riportata proprio da Plinio il Giovane.

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