Ucciso dalla moglie con 60 coltellate a Forcella, autopsia terminata dopo 7 ore

È durata sette ore l'autopsia di Ciro Rapuano, il 59enne che, nella notte del 4 settembre scorso, è stato ucciso dalla moglie, Lucia Salemme, nella loro abitazione di via Sant'Arcangelo a Baiano, rione Forcella, nel centro storico di Napoli; sul corpo dell'uomo sarebbero state rilevate una sessantina di coltellate, tutte nella parte posteriore, tra spalle, schiena e arti. La moglie, reo confessa, che quella stessa notte aveva chiamato le forze dell'ordine, resta nel carcere di Secondigliano, sottoposta a misura cautelare con l'accusa di omicidio volontario aggravato.
L'omicidio in casa a Forcella, 60 coltellate
La 58enne, sia nei primi momenti sia durante l'interrogatorio di convalida dell'arresto, ha sostenuto di essersi difesa da un'aggressione e di essere da anni vittima di maltrattamenti; difesa dall'avvocato Riccardo Marco Pinto, ha detto di avere afferrato un secondo coltello, che l'uomo teneva sotto il cuscino, e di averlo colpito con quello. Ha riportato ferite ad entrambi gli arti, ad un braccio e ad una mano; le ferite, che paiono compatibili con lesioni da difesa, non sono state ancora esaminate. Le indagini sono affidate alla Squadra Mobile di Napoli e coordinate dalla Procura, sono ancora in corso accertamenti alla ricerca di conferme sul movente e sulla dinamica raccontata dalla donna.
L'autopsia sul corpo del 59enne è cominciata intorno alle 9 di questa mattina, 11 settembre, e si è conclusa poco dopo le 16; ha partecipato il professore Massimo Esposito, consulente della difesa. I risultati verranno depositati entro 60 giorni, compito dei medici accertare la traiettoria dei fendenti e se c'è stata una colluttazione o se Rapuano, al momento dell'aggressione, era addormentato o inerme per altri motivi.
La figlia prende le distanze dalla madre
L'omicidio è mentre era in casa una delle figlie della coppia che, sentendo i rumori, ha raggiunto la camera dei genitori e ha visto la madre che accoltellava il padre ma non ha assistito a quello che è accaduto prima; nell'appartamento c'era anche la nipotina, che però non si sarebbe accorta di nulla Nei giorni scorsi l'altra figlia, Valentina, non convivente, assistita dall'avvocato Andrea Ladogana, ha preso le distanze dalla madre si è presentata in Procura per formalizzare la sua veste di persona offesa; verosimilmente si costituirà parte civile al processo contro Lucia Salemme.