Uccise il padre a colpi di pistola, condannato a 23 anni di carcere 47enne di Boscoreale
Condannato a 23 anni di carcere per avere ucciso il padre con due colpi di pistola: questo il verdetto della Corte di Assise di Napoli sulla vicenda giudiziaria che vede coinvolto Gaetano Criscuolo, 47 anni, che nel novembre 2019 aprì il fuoco contro il padre Giuseppe, uccidendolo. Gli avvocati dell'uomo, tuttavia, hanno già annunciato che presenteranno ricorso contro la sentenza.
Tutto accadde il 16 novembre del 2019, quando il padre Giuseppe Criscuolo arriva in codice rosso nell'ospedale Martiri di Villa Malta di Sarno, gravemente ferito da alcuni colpi d'arma da fuoco. Il 75enne, originario di Poggiomarino, troverà solo la forza di indicare il figlio come colui che avrebbe aperto il fuoco poco prima: lo riferisce a medici ed agenti all'interno dell'ospedale. Saranno però le sue ultime parole: Giuseppe Criscuolo, arrivato in condizioni critiche, finisce in coma per le ferite riportate. Coma dal quale non si riprenderà mai più: nonostante i tentativi disperati dei medici di salvarlo, l'uomo muore dopo undici lunghi giorni di agonia. Il figlio Gaetano nel frattempo era così finito nel registro degli indagati, accusato prima di tentato omicidio e poi, dopo il decesso del padre, di omicidio vero e proprio. Le indagini ricostruiscono che prima della sparatoria i due avrebbero avuto una violenta lite, pare causata da futili motivi. E proprio questa avrebbe portato poi il figlio ad aprire il fuoco contro il padre, che muore dopo 11 giorni di ospedale. Oggi, la prima parola fine al procedimento giudiziario: condannato a 23 anni di carcere in primo grado. Ma gli avvocati dell'uomo hanno già fatto sapere che presenteranno ricorso in Appello.