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Tra le edicole demolite a Napoli c’è quella di Salvatore Buglione, ucciso durante una rapina

La struttura di via Pietro Castellino, quartiere Arenella, tra quelle abbandonate e rimosse dal Comune di Napoli; nel 2006 la tragica vicenda.
A cura di Nico Falco
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Salvatore Buglione e l'edicola di via Pietro Castellino, nel quartiere napoletano dell'Arenella
Salvatore Buglione e l'edicola di via Pietro Castellino, nel quartiere napoletano dell'Arenella

Tutte le edicole hanno una storia, fatta di sacrifici del gestore, abitudini dei clienti, ruolo nel quartiere. Ma ce n'è qualcuna che ha una storia più particolare. Drammatica. Come l'edicola di via Pietro Castellino, portata via in questi giorni nell'ambito delle procedure di rimozione di quelle abbandonate da anni: è lì che è morto Salvatore Buglione, ucciso con una coltellata al petto da quattro giovanissimi durante una rapina.

L'omicidio di Salvatore Buglione all'Arenella

La tragica vicenda risale al 4 settembre 2006. Buglione, dipendente comunale, come ogni sera, aveva raggiunto l'edicola che gestiva insieme alla moglie e aveva preso l'incasso. Mentre stava chiudendo si era ritrovato addosso i quattro rapinatori, che gli avevano intimato di consegnare i soldi. Lui, però, aveva reagito, aveva urlato loro di andare via. Ed era scattata la ritorsione: una coltellata al cuore che non gli aveva lasciato scampo.

Nel maggio 2010 a Salvatore Buglione è stato intitolato un parco pubblico nel quartiere Arenella. Nel 2016, in occasione del decennale,  il vicario episcopale don Tonino Palmese ha celebrato una Santa Messa nel parco agricolo – didattico di via Domenico Fontana a lui intitolato. Presso il Comune di Napoli è attivo il coordinamento per l'inclusione sociale "Salvatore Buglione" e alla memoria del 51enne è dedicato uno sportello informativo per migranti in via Pavia.

Le condanne per la morte di Buglione

Per quell'omicidio è stato condannato all'ergastolo Domenico D'Andrea, detto Pippotto, a 23 anni di reclusione (18 in Appello) a Antonio Palma e a 10 anni di reclusione il fratello, Diego Palma. Nel 2021 "Pippotto" si è reso protagonista di una evasione dal carcere di Perugia, la seconda contando quando aveva fatto lo stesso da minorenne, nel 1999, da Airola: ha scavalcato la recinzione, ha fermato un passante e, dicendo di essere stato derubato dell'automobile, si è fatto dare un passaggio; la sua fuga è stata scoperta solo un paio d'ore dopo, le forze dell'ordine lo hanno rintracciato in serata in una stazione ferroviaria.

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