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Tony Colombo e Tina Rispoli restano in carcere: la Cassazione ha rigettato il ricorso

Il cantante neomelodico e la moglie, vedova del boss Gaetano Marino, restano in carcere dopo la decisione della Cassazione: sono accusati di avere finanziato il clan Di Lauro.
A cura di Nico Falco
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Tony Colombo e Tina Rispoli restano in carcere: la Cassazione ha rigettato il ricorso presentato dai legali della coppia; lo apprende Fanpage.it da fonti qualificate. I due erano stati arrestati lo scorso 18 ottobre, nell'ambito di un blitz contro il clan Di Lauro di Secondigliano, Napoli Nord: sono accusati di avere finanziato le attività, lecite e illecite, di Vincenzo Di Lauro, figlio del padrino Paolo Di Lauro alias Ciruzzo il Milionario, che avrebbe preso le redini della cosca di via Cupa dell'Arco in seguito all'arresto dei fratelli.

La fabbrica di sigarette del clan Di Lauro

Vincenzo Di Lauro, descritto da fonti investigative come il più simile al padre, avrebbe tentato di imprimere una svolta imprenditoriale al clan, creando anche un brand di abbigliamento, e avrebbe tentato di imporsi nel settore del contrabbando di sigarette realizzando una fabbrica abusiva ad Acerra, in provincia di Napoli: in questo modo avrebbe minimizzato costi e rischi, sbaragliando la concorrenza. In questo affare sarebbe stato aiutato da Raffaele Rispoli, fratello di Tina, e tra i finanziatori ci sarebbero stati il neomelodico di origini palermitane e la moglie.

Le fasi della costruzione della fabbrica erano state monitorate dalla Guardia di Finanza, che aveva ricostruito anche l'incontro tra Di Lauro e un gruppo di malavitosi bulgari, avvenuto nel Grand Hotel la Sonrisa, che avrebbero provveduto all'approvvigionamento di tabacco; il sito venne sequestrato subito dopo l'entrata in funzione.

Gli episodi dell’inchiesta

Restano in carcere Tony Colombo e Tina Rispoli

I due sono in carcere dalla notte del blitz. Gli avvocati Carmine Foreste e Paolo Trofino avevano presentato ricorso al Riesame, chiedendo la revoca della misura cautelare o, in alternativa, la sostituzione con i domiciliari fuori regione. Il Tribunale, a fine ottobre, aveva però confermato la detenzione per entrambi. Da qui l'istanza presentata alla Cassazione, con udienza fissata per metà marzo: il ricorso è stato rigettato.

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