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Il Boss delle cerimonie e il Castello delle Cerimonie

La storia della famiglia Polese: feste e inchieste nell’impero Sonrisa, fino alla nascita del Castello delle Cerimonie

Il Grand Hotel per oltre 40 anni simbolo dello sfarzo. Ieri il Tribunale ha disposto la confisca: passerà al patrimonio del Comune di Sant’Antonio Abate.
A cura di Nico Falco
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Oltre 40mila metri quadrati, 50 stanze in stile veneziano, i giardini, gli archi, anche l'eliporto: l'appellativo di "Castello delle Cerimonie", il Grand Hotel "La Sonrisa" se l'è certamente guadagnato sul campo. Ma dietro questo complesso enorme di Sant'Antonio Abate, ai piedi dei Monti Lattari, confiscato per lottizazione abusiva, c'è una lunga storia che attraversa trasversalmente quella di Napoli in vari aspetti: le luci del festival della canzone napoletana, trasmesso anche dalla Rai, e degli ospiti illustri come Diego Armando Maradona e degli eventi dedicati al Calcio Napoli, le ombre dei matrimoni di boss della camorra e delle inchieste sugli affari del fondatore, don Antonio Polese, e dei suoi rapporti (presunti o confermati) con personaggi di spicco della malavita.

Il castello di Ottaviano, quartier generale di Raffaele Cutolo

Polese, che all'anagrafe si chiama Tobia ma che tutti chiamano Antonio, alla fine degli anni '70 del secolo scorso compare tra i titolari della società immobiliare "Il Castello", che nel 1979 acquista il castello mediceo di Ottaviano. Tra i suoi soci figura Adolfo Greco, attualmente sotto processo per l'area ex Cirio di Castellammare di Stabia, per gli inquirenti imprenditore capace di trattare a qualsiasi tavolo, da quelli della camorra a quelli della politica.

Ufficialmente l'obiettivo è di ristrutturare l'imponente complesso per farne una struttura ricettiva. Il castello, però, finisce nelle mani del superboss Raffaele Cutolo, all'epoca all'apice della sua carriera criminale, che ne fa il proprio quartier generale (in realtà non ci vivrà mai).

Per la vicenda Greco e Polese vengono condannati per favoreggiamento. I due imprenditori, però, hanno sempre sostenuto di essere stati delle vittime del "Professore" e non suoi prestanome. Racconta Antonio Polese in una intervista del 2014 a PiuEnne:

Il castello mediceo di Ottaviano l'avevamo acquistato noi dai principi Lancellotti. Poi dopo Cutolo se ne volle appropriare e rimanemmo noi in questo processo. Eravamo in cinque, ci volevano condannare addirittura per associazione per delinquere. Io ho sempre avuto fiducia nella giustizia. Alla fine ci hanno condannato per favoreggiamento, che era l'unica cosa che avevamo fatto, per necessità.

Polese ha sempre negato di avere avuto rapporti con Raffaele Cutolo e sostenuto di non averci mai parlato di persona. Anni fa venne sospettato di avere nascosto la sorella, Rosetta Cutolo, all'epoca latitante, proprio alla Sonrisa, ma questa ipotesi non ha mai trovato riscontro.

Don Antonio Polese (deceduto nel 2016) viene coinvolto successivamente in un altro processo, quello sull'area ex Cirio, ancora in corso: il sito venne acquistato dalla PolGre, società che lo vedeva ancora una volta in affari con Adolfo Greco, con l'intenzione di costruire un centro residenziale da oltre 300 alloggi, spazi commerciali, aree verdi. Secondo la Procura di Torre Annunziata le concessioni sarebbero state sbloccate a suon di mazzette.

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Il Festival "Napoli Prima e Dopo"

Il Grand Hotel "La Sonrisa", che Polese definisce "frutto di 200 anni di lavoro della sua famiglia", diventa famoso a livello nazionale nel 2014, con la trasmissione "Il boss delle cerimonie". Già tre anni prima, però, la Procura di Torre Annunziata aveva avuto da ridire su quel sito: secondo i magistrati, a partire dal 1979 "è stata compiuta un'attività edilizia in violazione delle più elementari norme urbanistiche". E se il programma di Real Time ha portato il castello nelle case di milioni di italiani, c'è da dire che a livello locale (e con un proprio spazio anche in quello nazionale) era già molto noto e, nel 1999, era stato anche tra le principali location del film "Cient'anne", con Mario Merola e Gigi D'Alessio.

Per trent'anni, dal 1983 al 2012, il Grand Hotel "La Sonrisa" ospita il festival "Napoli Prima e Dopo – La canzone napoletana in concerto" (le ultime quattro edizioni, dal 2013 al 2016, si svolgono invece al Maschio Angioino). La manifestazione, dedicata alla storia della canzone napoletana, viene trasmessa su Rai Uno e partecipano artisti di rilievo del panorama locale e nazionale, sia come musicisti sia alla conduzione.

Il matrimonio tra i figli dei boss Mazzarella e Giuliano

Nel 1996 il castello viene scelto per festeggiare un matrimonio che poi finirà sotto la lente d'ingrandimento dell'Antimafia: Michele, 18 anni, è il figlio di Vincenzo Mazzarella, "‘o Pazzo", boss dell'omonimo clan e nipote di Michele Zaza, tra i principali camorristi di quel tempo; Marianna, 17 anni, è la figlia di Luigi Giuliano, "Lovigino", il "re" di Forcella. Cerimonia a Forcella e subito dopo i festeggiamenti a Sant'Antonio Abate, dove però non vanno diversi parenti stretti dello sposo: secondo polizia e carabinieri hanno deciso di restare a casa per paura di eventuali agguati. All'epoca gli investigatori ipotizzano che quell'unione possa sancire un accordo tra le due famiglie malavitose.

A celebrare il matrimonio è don Franco Rapullino, diventato noto qualche anno prima per la predica "anticamorra" durante la quale, nel corso dei funerali di un bambino ucciso dalla camorra, pronunciò più volte l'esortazione "fujetevenne", invitando i napoletani ad abbandonare una città così violenta. Il sacerdote, che precedentemente ha sposato anche un'altra figlia di Giuliano, Gemma, sottolinea che non c'è motivo per sottrarsi alla richiesta dei due giovanissimi sposi.

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Maradona e gli eventi del Calcio Napoli

La "Sonrisa" è la location anche del ventennale (e del venticinquennale successivamente) della fondazione dell'associazione italiana Napoli Club: nel 1992 i rappresentanti di tutti i club Napoli d'Italia, i dirigenti della Federcalcio e della Lega, i presidenti dei club di Serie A e una rappresentanza di calciatori si incontrano nella struttura di Sant'Antonio Abate.

Quattro anni dopo, nel 1996, l'hotel ospita le finali regionali della 57esima edizione di Miss Italia. Sempre nel 1996, alla "Sonrisa" si tiene la premiazione de "Il Pallone d'Oro 1926-2006", negli ottanta anni dalla fondazione del Calcio Napoli. Ed è sempre nello stesso anno che a Sant'Antonio Abate arriva la nazionale argentina, per affrontare l'Angola all'Arechi di Salerno per l'ultima amichevole prima dell'inizio del campionato in preparazione dei Mondiali.

Nel 2006, quando Diego Armando Maradona torna a Napoli per partecipare ad un evento di beneficenza a Giugliano, ad accoglierlo trova la Guardia di Finanza, che gli contesta un debito di 31 milioni di euro per tasse non pagate negli anni '80 (la vicenda si chiuderà con una assoluzione della Cassazione nel 2021). Lasciata la caserma, Maradona e il suo entourage vanno alla Sonrisa, dove Antonio Polese è ben felice di accoglierlo e annuncia che lo ospiterà ogni volta che verrà in Italia.

Il sequestro del 2011 e la confisca del 2016

Nel 2010 arriva la prima tegola firmata Procura: vengono abbattuti una mansarda e un torrino abusivi. Alla "Sonrisa" viene contestata la costruzione abusiva di una sopraelevazione di circa 400 metri quadrati nella quale sono state ricavate 10 camere, contro la sentenza di primo grado non è stato presentato appello. Il 28 dicembre 2011 scatta il sequestro per lottizzazione abusiva. Il successivo 20 luglio, però, va in onda la serata di "Napoli Prima e Dopo". Il 26 luglio la vicenda sale alla ribalta nazionale, il deputato Francesco Barbato (capogruppo Idv in Commissione Finanze) presenta una interrogazione in cui chiede che la Rai interrompa i rapporti con la "Sonrisa".

Agli inizi del novembre 2016 il Tribunale di Torre Annunziata dispone la confisca della struttura, con acquisizione da parte del Comune di Sant'Antonio Abate, e condanna a un anno di reclusione la moglie e il fratello di Antonio Polese. Nel frattempo il "boss delle cerimonie" è in ospedale; muore pochissimi giorni dopo, il 1 dicembre 2016, per uno scompenso cardiaco. La gestione della struttura passa in capo alla figlia, Imma Polese, "donna Imma", e al marito, Matteo Giordano, e il format cambia nome, diventando "Il Castello delle Cerimonie".

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La location per eventi e incontri dei boss

Il sequestro, e la successiva confisca, non fermano però le attività. E, complice il successo per il programma televisivo, alla Sonrisa arrivano clienti da tutta Italia, pronti a spendere decine di migliaia di euro per un evento sfarzoso. Tra questi, non mancano i volti noti… alle forze dell'ordine. È il caso di Pasquale Fucito, "il Marziano", ritenuto dagli inquirenti tra i principali narcotrafficanti del Parco Verde di Caivano e legato al clan Sautto-Ciccarelli; a rivelare la sua presenza è proprio una puntata del format televisivo: le telecamere immortalano Fucito alla comunione di una nipote, la puntata va in onda il 21 ottobre 2016.

Nel 2018 le attività investigative della Guardia di Finanza documentano un altro incontro avvenuto alla "Sonrisa", di grosso rilievo per una inchiesta contro il clan Di Lauro: nella struttura di Sant'Antonio Abate avviene il primo incontro tra il boss Vincenzo Di Lauro e il gruppo bulgaro con cui l'erede della cosca di Secondigliano sta in quel periodo imbastendo l'affare della fabbrica di sigarette abusiva ad Acerra, quella che verrà poi sequestrata dalle Fiamme Gialle. E che porterà in manette anche Tony Colombo e Tina Rispoli, ritenuti finanziatori del clan (entrambi sono ancora detenuti, la Cassazione si esprimerà a metà marzo).

Il matrimonio di Tony Colombo e Tina Rispoli

Il 28 marzo 2019 si sposano Tony Colombo e Tina Rispoli. Dopo il flash mob in piazza del Plebiscito e il giro in carrozza a Secondigliano, la mega festa alla "Sonrisa". É un evento mediatico nazionale, le immagini vengono trasmesse anche da Mediaset.

Su quel matrimonio si concentra il terzo episodio dell'inchiesta giornalistica di Fanpage.it "Camorra Entertainment". Tra gli invitati ci sono numerosi personaggi di spicco della criminalità napoletana: Vincenzo e Raffaele Rispoli, fratelli di Tina, presenza naturalmente scontata, ma anche boss del calibro di Gennaro Carra, oggi collaboratore di giustizia ma all'epoca reggente del clan Cutolo del Rione Traiano.

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