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Tim cede Telecontact, a Napoli rischiano 300 lavoratori di call center: “Siamo disperati”

Protesta dei lavoratori di Telecontact. Tim vuole cederla ad una newco. A Napoli rischiano 300 dipendenti. “Intervenga il Governo”
A cura di Pierluigi Frattasi
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Rischiano il lavoro oltre 300 dipendenti della società Telecontact di Napoli, il call center di assistenza clienti di Tim, che ha deciso di cedere il ramo d'azienda a Dna. La vertenza a livello nazionale riguarda circa 1600 operatori, ma sono in 303 ad essere impiegati su Napoli. Telecontact è in Tim dal 2001, quasi 25 anni. Adesso dovrebbe confluire in una nuova azienda. Ma i lavoratori temono per il proprio futuro e sono in stato di agitazione. Il primo incontro in sede aziendale sulla procedura di raffreddamento oggi si è chiuso negativamente. La protesta, quindi, continua.

Protesta dei lavoratori di Telecontact

L'azienda Telecontact Center ha confermato la volontà di Tim di procedere con l'operazione societaria di cessione dell'intera azienda, controllata interamente da Tim, a Dna, società di nuova costituzione controllata da Gruppo Distribuzione. Per i sindacati Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil si tratta di "una esternalizzazione a tutti gli effetti, scaricando fuori dal perimetro del gruppo Tim circa 1600 addetti. Con forza e determinazione è stato chiesto il ritiro della procedura di cessione di ramo. Bisogna, a tutti i costi, scongiurare l'espulsione dal perimetro occupazionale dell’azienda leader nel settore delle Telecomunicazioni italiane ed il conseguente transito delle lavoratrici e dei lavoratori in una società a responsabilità limitata, con 10 mila euro di capitale sociale, operante in outsourcing, priva di qualsiasi prospettiva e garanzia per i lavoratori".

"Intervenga il Governo, no a depotenziare le telecomunicazioni"

Con il passaggio nella newco Dna, i lavoratori confluiranno in una nuova realtà che opererà in regime di appalto. Mentre adesso, invece, Telecontact è interamente controllata da Tim. "Tale scelta aziendale – sottolinea il parlamentare Francesco Emilio Borrelli (Avs) – si inserisce in un quadro di grande incertezza per il Gruppo TIM, già interessato dalla cessione della rete Telecom al consorzio guidato da Kkr , e viene vista dai sindacati come la ricerca di miglioramenti economico-finanziari attraverso la riduzione del personale, con ricadute particolarmente gravi sul piano occupazionale. Le cessioni dei rami di customer care nel settore TLC in passato si sono rivelate scelte strategiche errate, con pesanti ripercussioni occupazionali, e non possiamo permettere che la storia si ripeta con Telecontact. Il Governo deve agire immediatamente. In primo luogo, deve promuovere iniziative urgenti volte a garantire la continuità dei servizi e a tutelare la tenuta occupazionale di questi dipendenti. In secondo luogo, e senza indugio, il Ministro competente deve convocare con urgenza un tavolo di confronto con i vertici di TIM e le organizzazioni sindacali. È indispensabile che il Gruppo TIM espliciti chiaramente il suo piano industriale successivo alla cessione della rete, anche alla luce dell'ingresso di Poste Italiane S.p.a. come nuovo azionista di riferimento. Dobbiamo evitare ulteriori frammentazioni del settore TLC, che indeboliscono la nostra strategicità industriale".

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