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Terrorismo, bomba contro il consolato greco a Napoli: arrestato anarchico napoletano

Il giovane è ritenuto responsabile dell’attentato avvenuto il 4 marzo 2021 al Consolato Greco del Corso Vittorio Emanuele, dove fu fatta esplodere una bomba artigianale.
A cura di Pierluigi Frattasi
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Arrestato a Napoli un giovane appartenente alla galassia anarco-insurrezionalista partenopea. Secondo gli investigatori, sarebbe il presunto responsabile dell'attentato al Consolato Onorario di Grecia avvenuto il 4 marzo 2021. Quel giorno, l'arrestato, insieme ad un altro complice non ancora identificato, sarebbe stato coinvolto nell'attentato durante il quale fu fatta esplodere una bomba contro la struttura che si trova al Corso Vittorio Emanuele 86 di Napoli, provocando grossi danni e anche un incendio. L'attentato sarebbe riconducibile alla campagna anarchica di solidarietà internazionale nei confronti di Dimitris Koufondinas, ex membro del sodalizio terroristico greco “17 novembre”, all'epoca detenuto presso le carceri greche e in sciopero della fame.

Questa mattina, la Polizia di Stato di Stato di Napoli, su disposizione della Procura di Napoli, ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP del capoluogo campano, nei confronti  del giovane. Le indagini sono state condotte dai poliziotti della Digos. Il giovane anarchico è indagato per avere realizzato il 4 marzo 2021, insieme ad un complice, l’attentato nei confronti del Consolato Onorario di Grecia, utilizzando un ordigno di tipo improvvisato e di fabbricazione illegale.

La bomba realizzata con petardi e deodorante

La bomba artigianale sarebbe stata costruita a partire da un fuoco di artificio chiamato “RAMBO”, assemblato, con carta gommata, ad una bomboletta spray di deodorante "Dove", che, al momento della deflagrazione, aveva causato conseguenze sia dirompenti che incendiarie. Con l’aggravante di aver agito per finalità di terrorismo ed eversione dell’ordine democratico ed in particolare allo scopo di destabilizzare le istituzioni della Grecia e di costringere le stesse a modificare od astenersi con riferimento a decisioni attinenti al trattamento carcerario dei soggetti condannati per delitti in materia di terrorismo.

Il giovane è anche indagato perché si sarebbe autoaddestrato attraverso internet e i social web sulla preparazione o sull’uso di materiali esplosivi, armi da fuoco o di altre armi, di sostanze chimiche o batteriologiche nocive o pericolose, nonché ogni altra tecnica o metodo per il compimento di atti di violenza ovvero il sabotaggio di servizi pubblici essenziali, con finalità di terrorismo ed eversione dell’ordine democratico.

L'obiettivo, secondo gli investigatori, sarebbe stato quello di destabilizzare le istituzioni della Grecia. e di costringerle a modificare od astenersi con riferimento a decisioni attinenti al trattamento carcerario dei soggetti condannati per delitti in materia di terrorismo. L'arrestato, in concorso con persone ancora da identificare, avrebbe detenuto illegalmente e portato in luogo pubblico l'ordigno artigianale.

L'attentato mai rivendicato

L’attentato, sebbene mai rivendicato, secondo gli investigatori sarebbe però riconducibile alla galassia anarco-insurrezionalista, sia per le modalità di svolgimento e la tipologia dell’ordigno utilizzato, sia per l’esistenza, in quel periodo, di una campagna anarchica di solidarietà internazionale nei confronti di Dimitris Koufondinas, ex membro del sodalizio terroristico greco “17 novembre”, detenuto presso le carceri greche in sciopero della fame.

La ricostruzione degli investigatori

Il presunto responsabile avrebbe agito, insieme ad altro complice non ancora identificato, mascherato di nero. Sarebbe giunto nei pressi del Consolato indossando sempre una mascherina a protezione del naso e della bocca. Alla sua individuazione si sarebbe arrivati tramite un’articolata indagine di tipo tradizionale, raccogliendo gravi indizi di colpevolezza dopo una approfondita visione di telecamere, accertamenti eseguiti presso la Sezione Indagini Elettroniche della IV Divisione del Servizio Polizia Scientifica, nonché analisi del traffico telefonico in uso all’anarchico. Le indagini effettuate hanno permesso di ipotizzare anche il luogo esatto, prossimo al Consolato, presso il quale l’indagato ed il complice hanno indossato indumenti di copertura totalmente neri al fine di non essere individuati dalle forze dell’ordine.

Gran parte dell’abbigliamento indossato dall’indagato è stato rinvenuto a seguito di  perquisizione domiciliare effettuata, a carico dello stesso, in data 26 maggio 2022, nel corso della quale venne sequestrato lo smartphone a lui in uso, consentendo poi di reperire all’interno del dispositivo in sequestro numeroso materiale informatico di interesse in materia di armi, di esplosivi e loro confezionamento, di tecniche di guerriglia urbana e sabotaggi, nonché numeroso materiale anarchico, risultato significativo per delineare ulteriormente l’estrema pericolosità dell’indagato e la sua attività di auto addestramento. Il provvedimento eseguito è una misura cautelare, disposta in sede di indagini preliminari, avverso la quale sono ammessi i mezzi di impugnazione ed il destinatario della stessa è persona sottoposta ad indagini e quindi presunto innocente fino alla sentenza definitiva.

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