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Tassa sui rifiuti a Napoli 2023, inviate le prime bollette: ma c’è la proroga al 16 giugno

Il termine per il pagamento della prima rata Tari slitta al 16 giugno. Quest’anno l’imposta aumenterà fino al 20% in più, il Comune studia bonus compensativi.
A cura di Pierluigi Frattasi
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Sono già in consegna gli avvisi di pagamento della tassa sui rifiuti (Tari) 2023 a Napoli, ma il Comune ha rinviato il termine della scadenza della prima rata dal 16 maggio al 16 giugno. A causa di ritardi nella stampa dei bollettini, infatti, non è stato possibile consegnare ai contribuenti gli avvisi almeno10 giorni prima della scadenza come previsto dal regolamento comunale.

Il 16 giugno 2023, quindi, sarà il termine ultimo per pagare sia la prima rata Tari, sia l'acconto delle prime tre rate in un'unica soluzione. Per il saldo dell'ultima rata di conguaglio, invece, resta la data del 18 dicembre prossimo. Lo ha stabilito il Comune di Napoli con la delibera di giunta 137 del 28 aprile scorso. Quest'anno, intanto, scatteranno anche gli aumenti fino al 20% della tassa sui rifiuti per i napoletani che non veniva adeguata dal 2019. Il Comune sta studiando un bonus compensativo per ridurre l'impatto sulle famiglie.

Le scadenze dell'acconto Tari 2023, quindi, saranno le seguenti:

Scadenze acconto:

  • 1a rata 16 giugno 2023
  • 2a rata 17 luglio 2023
  • 3a rata 18 settembre 2023

Il versamento dell’acconto può essere effettuato in un’unica soluzione entro il termine del16 giugno 2023.

Scadenza saldo:

  • – 18 dicembre 2023

Tari, aumenti sulle bollette nel 2023

Il Comune ha annunciato l'adeguamento delle tariffe della Tari nel 2023. Critici i consiglieri comunali di Napoli di Forza Italia, Salvatore Guangi e Iris Savastano:

Il colmo per Napoli è sempre attuale: meno servizi hai più paghi. Milano, Roma e Torino non hanno tasse alte come le nostre e offrono servizi decisamente migliori ai cittadini, eppure si tende sempre a vessare il popolo. È il mantra della sinistra: "tasse tasse tasse"! Intanto la riscossione sui tributi è ferma al 50% (634 milioni su 1,2 miliardi), per non parlare del recupero delle imposte evase fermo al 12%.

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