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Tangenti sugli appalti Covid nelle scuole a Torre Annunziata, arrestato l’ex vicesindaco Ammendola

Dopo l’arresto, qualche mese fa, del direttore dell’Ufficio Tecnico comunale, un altro arresto a Torre Annunziata nella vicenda sulle mazzette sugli appalti Covid nelle scuole della città: si tratta di Luigi Ammendola, ex vicesindaco della città oplontina. Per lui si ipotizza il reato di induzione indebita all’ottenimento di una somma di denaro.
A cura di Valerio Papadia
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Arriva un altro arresto illustre a Torre Annunziata, nella provincia di Napoli, nella indagine sulle tangenti per gli appalti dei lavori di adeguamento alle norme anti-Covid nelle scuole della città: dopo l'arresto, nel dicembre del 2020, del responsabile dell'Ufficio Tecnico comunale, Nunzio Ariano, è finito in manette anche l'ex vicesindaco di Torre Annunziata, Luigi Ammendola, che ricopriva anche il ruolo di assessore ai Lavori Pubblici.

L'ordinanza di custodia cautelare, emessa dal gip del Tribunale di Torre Annunziata ed eseguita dagli uomini della Guardia di Finanza della compagnia della città oplontina, presuppone per Ammendola il reato di induzione indebita all'ottenimento di una somma di denaro, una cifra di 10mila euro che l'imprenditore Vincenzo Supino avrebbe versato al capo dell'Ufficio Tecnico comunale per ottenere gli appalti dei lavori di adeguamento delle scuole della città opolontina.

Ammendola è anche un maresciallo della Guardia di Finanza

Ammendola è anche un maresciallo della Guardia di Finanza, in servizio presso la compagnia di Torre del Greco. Le indagini delle Fiamme Gialle hanno permesso di identificare il pieno coinvolgimento dell'ex vicesindaco: Ammendola è considerata la "parte politica" a cui era destinata parte della tangente di 10mila euro percepita da Ariano e versata, come detto, dall'imprenditore Vincenzo Supino per ottenere gli appalti.

Contestualmente, il gip di Torre Annunziata ha disposto anche il divieto di contrattare con la pubblica amministrazione per un anno nei confronti della Supino Group Srl, ditta dell'imprenditore Vincenzo Supino. Il provvedimento è scattato per il concreto pericolo che la società possa ottenere altri benefici analoghi, dal momento che è solita contrattare abitualmente con numerosi enti pubblici su tutto il territorio nazionale.

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