Spara alla ex dopo un litigio ma colpisce un altro ragazzo: 28enne del clan Caldarelli in carcere
È evaso dai domiciliari e, pistola in pugno, ha raggiunto casa della ex compagna con l'intenzione di spararle ma, quando ha premuto il grilletto, ha colpito per errore un altro ragazzo. Ricostruzione degli investigatori dietro il ferimento del 20enne arrivato al Pronto Soccorso con un proiettile in petto, che ha portato in manette il 28enne Luca Capasso, gravemente indiziato di porto d'arma da sparo, lesioni personali, esercizio arbitrario delle proprie ragioni ed evasione, tutti reati aggravanti dalle modalità mafiose: il giovane risulta legato al clan Caldarelli, costola dei Mazzarella insediata nella zona delle Case Nuove.
Il 28enne è stato arrestato questa mattina, 10 novembre, in esecuzione di una ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del Tribunale di Napoli su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia ed eseguita dalla Polizia di Stato; il provvedimento è arrivato al termine delle indagini svolte dalla Squadra Mobile della Questura di Napoli col supporto dei poliziotti del commissariato di San Giovanni a Teduccio. Durante l'esecuzione della misura è stata rinvenuta una pistola semiautomatica calibro 7.65, su cui verranno svolti accertamenti: potrebbe essere quella utilizzata il 5 ottobre.
I fatti contestati risalgono al 5 ottobre. Dopo l'ennesimo litigio con la ex compagna, una 25enne residente in zona Gianturco, Capasso, nonostante in quel periodo fosse già sottoposto agli arresti domiciliari col braccialetto elettronico, sarebbe uscito di casa e avrebbe raggiunto l'abitazione di lei. Lì avrebbe aperto il fuoco, ma invece della ragazza avrebbe colpito il 20enne, che si trovava casualmente poco distante. Subito dopo Capasso sarebbe fuggito.
Il giovane era stato accompagnato alla clinica Villa Betania da un parente che aveva assistito al ferimento; la pallottola gli si era conficcata nel petto, gli accertamenti dei medici avevano però escluso il pericolo di vita. Al Pronto Soccorso erano intervenuti gli agenti del commissariato di San Giovanni a Teduccio, che avevano avviato le indagini.