Sequestrato il Cimitero dei Colerosi di Napoli: tombe illustri profanate da parcheggio abusivo
Non soltanto Villa Ebe, il Castello di Pizzofalcone che sorge sull'omonima collina, progettato da Lamont Yougn che vi abitò e vi morì, ma anche il Cimitero dei Colerosi, nell'area di Poggioerale, anch'esso di proprietà del Comune di Napoli, è stato sequestrato dalla vasta operazione della Procura di Napoli e dei carabinieri del Nucleo per la Tutela del Patrimonio Culturale. Se il palazzo vittoriano sul Monte Echia è a rischio crollo, il cimitero monumentale che custodisce le tombe di nobili e alto-borghesi che caddero sotto i colpi dell'epidemia di colera che colpì Napoli tra il 1836 e il 1837 è non solo preda dell'incuria e del degrado: i magistrati – come anticipato anche da Fanpage.it qualche mese fa – hanno accertato che i lavori per la costruzione di un capannone abusivo con tanto di parcheggio hanno determinato il crollo di un muro, che ha danneggiato 13 tombe monumentali del cimitero. Nell'ambito dell'inchiesta coordinata dal procuratore Ludovica Giugni e dall'aggiunto Vincenzo Piscitelli, risulta indagano il titolare della ditta che stava eseguendo i lavori abusivi.
La storia del Cimitero dei Colerosi
Per far fronte all'esigenza di seppellire i numerosi morti causati dall'epidemia di colera, inizialmente fu creata una grossa fossa comune ai piedi del monte Lotrecco, accanto al Cimitero delle 366 Fosse, dove ora sorge il Cimitero dei Colerosi, che fu poi progettato dall'architetto Leonardo Larghezza, che si basò su un progetto di Luigi Santacroce. Oltre alle tombe monumentali dei morti a causa del colera, il cimitero ospita anche numerose statue, nonché la Chiesa del Purgatorio, una delle chiese monumentali di Napoli, progettata dallo stesso Larghezza.