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Sedicenne massacrato di botte per un saluto a una ragazza: violenza a Portici

L’aggressione è avvenuta nella serata di ieri nella zona del Granatello, molto frequentata dai giovani. Ciro, il 16enne massacrato di botte, ha riportato gravi ferite a un occhio e al volto.
A cura di Valerio Papadia
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Sarebbe stato un saluto, un semplice cenno a una ragazza che conosceva a scatenare il violento pestaggio nei confronti di Ciro, un ragazzo di 16 anni affetto da una disabilità causata da una malattia genetica, che nella serata di ieri, domenica 8 giugno, è stato massacrato di botte a Portici, nella provincia di Napoli. L'aggressione è scattata nella zona del Granatello, molto frequentata da giovani e giovanissimi: il 16enne ha salutato la ragazza, che conosceva, scatenando la rabbia e la furia di un coetaneo, che sarebbe l'ex fidanzato della giovane: Ciro, a quel punto, è stato brutalmente picchiato; ha riportato una lesione sotto l'arcata oculare, che ha richiesto 10 punti di sutura e fratture maxillo-facciali, che richiederanno degli interventi chirurgici.

Lo sfogo della zia del 16enne

È stata la zia del ragazzo, rivolgendosi al deputato di Alleanza Verdi-Sinistra Francesco Emilio Borrelli, a raccontare quanto accaduto a Ciro. "Un ragazzo esce con gli amici e rischia di non tornare più a casa oppure ci torna massacrato. Ma in che razza di mondo viviamo? Non possiamo più assistere impotenti a questa deriva violenta" ha detto la donna. "La Polizia Municipale e la Polizia di Stato, grazie alle immagini di videosorveglianza, hanno già identificato l’aggressore – prosegue la donna – e noi vogliamo che resti in galera a lungo. Ma sarà davvero così? Vogliamo giustizia e sicurezza per i nostri ragazzi".

Duro il commento del deputato Borrelli che, insieme al consigliere comunale di Portici di Europa Verde, Aldo Agnello, ha dichiarato: "Non c’è più tempo. Ogni giorno che passa senza che si mettano in campo misure efficaci contro violenza e delinquenza, intensificando i controlli e aumentando agenti e pattuglie, è un giorno in più in cui rischiamo di vedere morire un giovane. I dati parlano chiaro: c’è una guerra in corso, ma il Governo ha deposto le armi. Parlano di inasprire le pene, ma solo a parole. Intanto le forze dell’ordine operano in numero insufficiente, e mancano soprattutto interventi rieducativi per ragazzi troppo immersi nella cultura della violenza e della sopraffazione".

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