Scuola di via Rotondella ai Camaldoli mai finita, da 20 anni manca un parere. Bruciati 800mila euro

La scuola di via Rotondella ai Camaldoli a Napoli, progettata nel 2002 e iniziata nel 2008, non è mai stata finita perché manca il parere paesaggistico del ministero dei Beni Culturali. I tecnici comunali se ne accorsero nel 2010 a lavori iniziati già da 2 anni. L'immobile, ideato per offrire un centro polifunzionale attrezzato a circa 400 bambini in un'area collinare dove i servizi pubblici sono scarsi, è costato finora 800mila euro ed è abbandonato oggi al degrado. Nel 2015 il Comune avviò un'indagine interna per capire di chi fossero le responsabilità per aver progettato una scuola in una zona vincolata (la Selva di Chiaiano nel Parco delle Colline dei Camaldoli), dove il Piano Regolatore cittadino non prevedeva strutture di quel tipo e inserita in un'area a rischio frana. Nel 2017, la Regione Campania ha chiarito finalmente che l'area sui cui sorge l'istituto tuttora incompleto non è a rischio idrogeologico. Ora l'VIII Municipalità di Piscinola, Marianella, Chiaiano e Scampia, attraverso il vicepresidente Salvatore Passaro, ha inviato una lettera al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella per sollecitare il ministero a rilasciare finalmente l'autorizzazione. Per completare la scuola è stato stimato che occorrano altri 3,3 milioni di euro. La lettera è indirizzata anche al sindaco Luigi De Magistris.
I lavori per la scuola bloccati dal 2010
Una storia, quella del complesso polifunzionale scolastico dei Camaldoli iniziata male e non ancora finita. Inizialmente si prevedeva di costruire 3 plessi (materna, elementare e media), con 6 milioni di euro, poi ridotti a 1,5 per fare solo il plesso d'infanzia, dei quali spesi oltre la metà. La scuola, che sorge su un'area di proprietà comunale di 3.500 metri quadrati, di cui 1.746 coperti, potrebbe accogliere fino a 370 bambini. Ai Camaldoli, infatti, sono poche le scuole d'infanzia pubbliche, e i bimbi attualmente sono distribuiti su tre scuole di primaria e infanzia Nazareeth, Musto e Guantai.
Per anni si è temuto che la scuola di via Rotondella sorgesse su una zona a rischio frana. Il progetto, infatti, prevedeva di realizzarla in un'area vincolata, all'interno della Selva di Chiaiano, nel Parco delle Colline dei Camaldoli. Ma nel 2015 il Comune ha approvato la variante al Piano Regolatore e nel 2017 è arrivata anche l'autorizzazione dell'Autorità di Bacino della Regione Campania che ha chiarito che in quella zona non c'è dissesto idrogeologico. Tutto pronto per partire, allora? Non ancora. Perché da 3 anni il parere paesaggistico del Mibac non è ancora arrivato.
Lo stop al cantiere dopo 2 anni
Da quasi 20 anni, insomma, l'opera non riesce a vedere la luce. Il progetto preliminare fu approvato dal Comune nel 2002. E ricevette subito anche il nulla osta del Ministero della Pubblica Istruzione. Nel 2004, arrivò l'ok anche al progetto esecutivo, per il solo edificio della scuola d'infanzia, accompagnato dalla relazione tecnica del parco delle colline. Nel 2007, il progetto fu aggiudicato in via definitiva all'Ati Soc. Coop Antares 78 a rl- Soc. Coop Solfatata a rl, per 787mila euro. Nel 2008 fu approvata la variante per farne un edificio eco-compatibile. I lavori iniziarono il 5 maggio 2008 e dovevano essere completati in 690 giorni, circa due anni, entro il 26 marzo 2010, poi prorogati di altri 180 giorni al 22 settembre 2010. Il 14 luglio 2010, però, il direttore dei lavori sospese tutto per “la necessità di conseguire il parere di competenza del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e l'adozione di opportuna variante allo strumento urbanistico vigente nel Comune di Napoli”.
Si scoprì, infatti, che i lavori erano stati avviati nonostante il progetto fosse in “difformità dalle norme in materia urbanistica e tutela paesaggistica”. Il Prg di Napoli all'epoca non prevedeva che in un parco territoriale si potesse fare una scuola materna. Serviva inoltre secondo il Prg la redazione di un piano urbanistico attuativo. Inoltre mancava l'autorizzazione paesaggistica in quanto la struttura si trova all'interno della Selva di Chiaiano, vincolata con decreto ministeriale dal 1997. Non solo, perché la scuola è stata realizzata anche in contrasto con la normativa del Piano del Parco Metropolitano delle Colline di Napoli dove si trova in zona di riserva controllata. L'area nel 2010 viene inserita nelle aree perimetrali dal Piano Stralcio per il dissesto idrogeologico dell'Autorità di Bacino Nord Occidentale della Regione Campania, integrato poi nel 2013. Cosa che fa arenare completamente il progetto.
Nel 2015, il Comune avviò l'inchiesta interna
Una situazione molto ingarbugliata. Tanto che nel 2015 il Comune diede mandato al servizio ispettivo di “appurare le responsabilità che hanno causato le difformità urbanistiche e i soggetti che le hanno prodotte, valutando azioni a tutela del Comune di Napoli rispetto ai danni derivati agli errori commessi”. In pratica all'inizio degli anni Duemila il Municipio avrebbe approvato con delibere “progetti esecutivi di opere non dotate di conformità urbanistica”. Dall'altra parte, però, a novembre 2015, il Comune approva una sorta di condono, riconoscendo l'interesse pubblico dell'opera, e votando in consiglio comunale la regolarizzazione delle procedure urbanistiche e paesaggistiche. L'alternativa, infatti, avrebbe comportato il rischio di dover rescindere il contratto con l'impresa ed esporsi alla richiesta di risarcimento, con la conseguenza poi di dover abbattere l'edificio.
Il giallo del parere paesaggistico
Nel 2005, l'ente parco metropolitano delle Colline di Napoli invitò il Comune a convocare la conferenza dei servizi per il parere paesaggistico. La riunione fu rinviata. Nel 2005 la Soprintendenza richiese in via preliminare al Comune di consultare prima la Commissione Edilizia Integrata. Il Municipio intanto avviò le procedure per l'edificazione della scuola. I lavori iniziarono dopo 3 anni, ma furono fermati nel 2010 dal direttore dei lavori quando ci si accorse che mancavano le autorizzazioni. Nel 2014 il Soprintendente di Napoli, Giorgio Cozzolino, chiese all'Ufficio Legislativo del Mibac “quali atti da intraprendere per ovviare alla mancanza di adozione dell'autorizzazione paesaggistica, che ancorché conclamata dagli Enti non si è provveduto a formalizzare, evidenziando che l'opera riveste l'interesse pubblico, trattandosi di una scuola comunale in un'area degradata dal punto di vista sociale e che l'intervento non costituisce detrattore paesistico e anzi, se completata, comporterebbe un miglioramento e un recupero dell'area circostante allo stato completamente abbandonata”. Richiesta ripetuta poi nel 2015.
Il 17 febbraio 2017, l'Autorità di Bacino della Regione Campania esprime parere “Favorevole al progetto, in quanto l'intervento proposto e la conseguente proposta di riperimetrazione risultano conformi agli indirizzi del vigente PSAI (Piano di Assetto Idrogeologico) in ordine alla procedura di variante al PSAI, evidenziasi che la stessa sarà avviata all'atto della trasmissione del certificato di collaudo delle opere”. Il 2 febbraio 2018 il Comune di Napoli invia il parere al nuovo Soprintendente Luciano Garella per cercare di ottenere il parere paesaggistico. “Ma ad oggi – conclude Salvatore Passaro – non è ancora arrivato nulla. È un peccato perché la scuola aiuterebbe tante famiglie con bimbi e migliorerebbe la vivibilità del quartiere”.